Loading...

NEWS!!! Visitate il NOSTRO NUOVO SITO!!!

UDC Badia Polesine - Unione dei democratici cristiani e di centro

UDC Badia Polesine - Unione dei democratici cristiani e di centro
Sosteniamo la causa di chi finalmente mette in campo esplicitamente i valori cristiani in Polesine.Sosteniamo la causa di chi finalmente mette in campo esplicitamente i valori cristiani in Polesine. Attorno alla recente esperienza dell’Udc a Badia Polesine si sono venute a creare relazioni ed amicizie che hanno portato alla formazione di un’affiatata squadra di persone provenienti dalle più diverse realtà professionali, di volontariato e di imnpegno civico. Persone che fanno riferimento alla tradizione di centro moderato ed alla dottrina sociale della chiesa. Proprio con questa squadra l’Udc vuole impegnarsi a Badia Polesine, mettendo in campo le nostre capacità ed energie. L’obiettivo di fondo è quello di interagire con le realtà locali, continuando la battaglia contro il degrado e la cattiva gestione. L’Udc si pone in ascolto delle problematiche di chi vive la città e si propone di avviare un dialogo con i moderati, favorendone la loro partecipazione attiva alla vita del terriorio, trasformando la sezione Udc in laboratorio di idee e proposte sulla scia di un programma che esca dagli schemi visti finora, ripensando al governo cittadino poichè, così com’è, fa acqua da molte parti.

Notizie varie

Notizie Udc Italia - Io C'entro - UDC Social Network

Il blog di Iles Braghetto

sabato 28 febbraio 2009

L’Udc ha incontrato Rocco Buttiglione


IL PRESIDENTE NAZIONALE DEL PARTITO INVITATO IN POLESINE

Tratto dal Resto del Carlino del 28/02/2009 di Cristiano Bendin



NEI GIORNI scorsi a Peschiera si sono riuniti i Giovani dell’Udc della delegazione dell’on. Europarlamentare Iles Braghetto di Padova, che hanno avuto il privilegio lo scorso dicembre direstobuttiglione-150x150 L’Udc ha incontrato Rocco Buttiglione
visitare e lavorare nelle varie commissioni presso le Istituzioni europee a Bruxelles. In adempimento al compito che si sono prefissati durante il seminario del Gippe (Giovani Italiani del Partito Popolare Europea), hanno lanciato un progetto di scuola di formazione politica per tutti i giovani del Veneto. Erano presenti delegazioni dalla provincia di Padova, Verona,Treviso, Vicenza e Rovigo, con la delegazione più folta accompagnata dal Presidente dell’Udc di Rovigo Renato Borgato e di Badia Polesine Gino Ponzetto. L’onorevole Braghetto dopo aver ringraziato i ragazzi di aver partecipato cosi numerosi, ha introdotto un intenso dibattito tra Luca Antonini, vicepresidente Fondazione per la sussidiarietà e docente di Diritto Costituzionale Università di Padova, e Rocco Buttiglione, Presidente Nazionale Udc, sui concetti di sussidiarietà e di bene comune alle soglie del 2009. A margine dell’incontro Rocco Buttiglione è stato invitato dalla delegazione badiese, a visitare Badiae la provincia di Rovigo nella prossima primavera. Mauro Annunziata e Cristian Peluso della segreteria Udc di Badia Polesine hanno dichiarato: « Un interessantissimo dibattito a cui non si poteva mancare».

I motivi della crisi: impianti sportivi e aree


NelI'occhio del ciclone la situazione economica

Tratto dalla Voce di Rovigo del 28/02/2009

motiviBADIAPOLESINE- Casse comunali allo stremo. Almeno questo sostengono i principali oppositori, della giunta Meneghin. Il fuoco di fila delle critiche si concentra sull'aspetto economico degli ultimi 5 anni di amministrazione comunale. Nell'occhio del ciclone la gestione degli impianti sportivi (palazzetto e campi di calcioe rugby). Secondo quanto emerge dai bilanci il costo è lievitato dai 4,482milioni di euro a 8,127milioni di euro, solo nel 2008 il costo annuale degli esercizi (ammortamento più gestione) è stato' di 425mila euro (nel 2006 era stato di 192mila euro). Alla base dell'enorme innalzamento dei costi c'è il fatto che il progetto del 2004 è stato successivamente stravolto. Lo stesso polo natatorio (che deve ancora prendere forma) è stato finanziato con boc per 1,4 milioni di euro e un mutuo trentennale da 66mila,euro all'anno. I critici di Meneghin: Rossetto (con Fimarangoniana) e Stroppa su tutti, sostengono che l,asituazione è tale che per i prossimr anni "ci saranno gravose conseguenze". Ma le accuse a Meneghin non 'derivano -solodalla gestione impianti. Pare che le casse del Comune soffrano anche per il mancà.to introito di alcune aree produttive (circa 6-700 mila euro). La curiosità ora si incentra sul prossimo bilancio. Secondo Stroppa sono possibili, "giochi di prestigio" "come. quello di aver traslato 150mila euro di spese correnti sul bilancio 2009". Ma a sentire chi critica la gestione finanziaria Badiaviveuna situazione di continua anticipazione di cassa (rilievo fatto dalla Corte dei conti). E anche il futuro non è roseo, nei prossimi anni calerannò le entrate dei Derivati, il Patto di stabilità ha maglie strette e le entrate si assottigliano. Il Comune può ancora giocarsi la carta della partenza della area insediativa di Crocetta 4 ma l'approvazione del Pat (con la monetizzazione dei 15 accordi di programma) appare lontana. Lostesso Rossetto, che afferma di lavorare comunque perchè a Badia ci sia un centrodestra organico spiega che "la Corte dei conti ha mosso rilievi alla gestione amministrativa di Badia, chiedendo un piano di rientro e una maggiore' attenzione alle entrate. Piano mai attuato". A decidere dal punto di vista tecnico sul bilancio saranno tre revisori dei conti: e pare che almeno uno di questi abbia già inclinato il pollice verso il basso. Manca pocoe poi sarà davvero la resa dei conti.

Il comune sull'orlo del commissariamento


Il prossimo voto sul bilancio potrebbe portare alla fine dell'era Meneghin
Apparentemente la giunta non ha più i numeri menegoma spera nelle astensioni

Tratto dalla Voce di Rovigo del 28/02/2009



BADIAPOLESINE- Algebra politica. Per spiegare l'attuale situazione politica di Badia polesine occorre saper fare bene di conto. La giunta di Paolo Meneghin infatti, alle soglie del cruciàle appuntamento del bilancio 2009,sembra appesa all'esile filo che la separa dal baratro del commissariamento. La manovra di bilancio sarà presentata ai consiglieri comunali nel consiglio di giovedì prossimo ma è in sede di approvazione (probabile data il 26 marzo, e comunque entro il 31)che si tireranno le somme. Letteralmente. Sì perché al momento pare che la giunta non abbia i numeri per portare a termine il proprio mandato. Nelle scorse settimane la maggioranza' ha perso i pezzi, si sono dimessi il presidente del consiglio comunàle, Mauro Usini, e poi Silvia Veronese, assessore alla Cultura. Smarcamento' anche da parte di Mariolina Fogagnolo, expresidente di commissione e del consigliere Edo Boldrin (iscritto àl Pd ma eletto nelle liste di Badia àl centro) che ha dichiarato di decidere volta per volta sul proprio sostegno all'esecutivo. I numeri. Ecco allora che Meneghin può contare su 9 voti (Renzo Aguzzoni; Marcello Ferreri, aSsessori di Fi; Giuilio Barbieri, Paolo Rigobello, assessori di An; Cristina Tesin, assessore al Bilancio; Mario Cabassa, assessore Agricoltura; più i consiglieri di, An Carlo Moretti e Ivo Baccaglini). All'opposizione sono in 9 ma potrebbero essere 11: Giovanni Rossi, Claudio Guerra, LucaRossetto e Pierleopoldo Visentin; i consiglieri del Pd Claudio Brusemini, Boldrin e Usini; gli Udc Guido Pigaiani e Giuseppe Romani. L'indipendente Mirko Tomì, che ultimamente ha votato come i forzisti "marangoniani", poi i casi di Veronese e Mariolina Fogagnolo, la prima dimessasi da assessore, la seconda da presidente di commissione. Detta così sembrerebbe un banale pronostico. In realtà su Badia si concentra una vasta gamma di scenari politici Spaccature e correnti Lasciando per un attimo in disparte le questioni amministrativa ed- economico-finanziaria (su cui si addensano le critiche), Badia appare come una serie di cerchi concentrici, un sistema di scatole cinesi che si intersecano fra loro. Altrimenti come spiegare che sindaco e assessori appartengono a Forza Italia e An (quindi pdl). E che quattro consiglieri di minoranza sono anch'essi di Fi. E ancora: il Partito democratico è all'opposizione ma' per due anni la giunta ha goduto dell'appoggio di Usini e Boldrin, tesserato Pd e pure consigliere provinciale del partito di Gabriele Frigato. L'Udc, infine prima era in maggioranza, poi ne è uscito .. La sinistra non è rappresentata in consiglio, ma Veronese, ex Ds, per due anni ha retto un assessorato. Insomma un magma politico in perpetuo movimento. Fi da tempo è spaccata, fra coloro che si riconoscono nella linea di Renzo Marangon e contrari àlla giunta e coloro che in giunta ci sono (fino a qualche mese fa si sarebbero definiti di area bendiniana,' ma ora Iginio Bendin pare finito nelle retrovie del partito). Poi c'è la questione.Pdl, dove mentre. An sostiene il sindaco gran parte di Fi lo osteggia. Ma anche nel Pd ci sono due anime. Il segretario Gianni Stroppa si riconosce nella cosiddetta "area Spinello", mentre Boldrin si situa nell'area "Frigato" (alle primarie locali per la segreteria Stroppa vinse di un centinaio di voti ma pare che per Boldrin votarono molti esponenti del centrodestra). Scenari. Tutto questo per dire che a decidere le sorti del Comune potrebbe non essere un presente fatto di conti economici in crisi, ma gli scenari che ipotecano la politica futura (in giugno le votazioni). Il Pd infatti con una spallata potrebbe mandare a casa la giunta (se Boldrin vota contro) e monetizzare dal punto di vista elettorale. Fi e An,invece, pòtrebbero mantenere in vita l'esecutivo in Vista di prossimi accordi (che però richiederebbero il sacrificio di parte dell' attualeamministrazione). Certo salvare Meneghin da parte di chi l'ha sempre attaccato sembra cervellotico, ed àltrettanto affossarlo da parte di chi l'ha appoggiato. Ed è qua che diventano ,decisive le scelte di Veronese e Fogagnolo, apparentemente fuori dai giochi partitici. Ma come fare a votare il bilancio dopo le dure critiche dei giorni scorsi? Certo in. vista del voto sul bi>lancio c'è la scappatoia dell'astensione, che però a conti fatti equivale ad un non ·voto conuario, cioè fav0revole. Quindi? Non resta che aspettare.

Borgato: "Basta ambiguità serve una strategia chiara"


Il presidente provinciale ribadisce il no al centrosinistra

Tratto dalla Voce di Rovigo del 28/02/2009



ROVIGO- "Ormai il bipolarismo è un dato di fatto e non possiamo permetterci di non scegliere". Il presidente provinciale dell'Udc Renato Borgato torna sulla querelle delle alleanze in vista delle prossime amministrative, partendo da una defezione importante nel partito, seppura livello nazionale,quella di Erminia Mazzoni già vicesegretaria dal 2005 al 2007. Un abbandono sofferto, ma non privo di vis polemica, sottolineando come "l'autonomia rivendicata rischia di trasformarsi in opportunismo", e definendo ondivaghe le scelte nazionali, in Trentino a sostegno del centrosinistra, in Sardegna col Pdl e corsa solitaria, invece, in Abruzzo. "Conoscendola, è stata sicuramente una decisione sofferta - commenta Borgato - ma le sue motivazioni sulle scelte opportuniste è in realtà una critica che dalla base viene fuori. E' per questo che chiedo chiarezza sulle posizioni, bisogna uscire dall'ambiguità".
Chiarezza che per Borgato fa rima con consequenzialità quando parla di alleanze. "Il bipolarismo, seppur imperfetto, è ormai entrato nella mentalità della gente. Se vogliamo pensare di governare dobbiamo porci il problema delle alleanze, perché non siamo la Democrazia cristiana che aveva il 38% dei voti. E la strategia deve essere precisa. E' ormai dimostrato che i nostri consensi crescono quando stiamo col centrodestra, quindi la strada da seguire è quella, non abbiamo un elettorato che vede favorevolmente un accordo a sinistra". Il quadro per le provinciali, però, non è stato ancora definito, sebbene la posizione di Borgato sia chiara: "Siamo fermi al documento di gennaio, avevamo chiesto un rinvio per poterlo esaminare a livello di partito, adesso però non è più tempo di titubanze, occorre scegliere".

mercoledì 25 febbraio 2009

Udc, De Poli traccia le linee guida


I giovani si riorganizzano con il neo commissario veneto Matteo Beghin

Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 25 Febbraio 2009 di Franco Pavandepoli Udc, De Poli traccia le linee guida


Il segretario regionale dell’Udc Antonio De Poli sarà a Rovigo sabato per un vertice ristretto con i responsabili locali. Sul tavolo si saranno le linee guida del partito in vista della discesa in campo per le elezioni di giugno. Sarà l’occasione per chiudere il cerchio sul confronto intestino che sta destabilizzando l’Udc, divisa tra chi tiene a freno brame troppo espansive verso il Pdl e chi invece vorrebbe una definitiva sterzata verso la coalizione che guida la Regione. Intanto resta ferma la rotta tracciata dalla segreteria provinciale che non intende stringere accordi con il centrosinistra ma che su un’eventuale intesa con il partito di Marangon, Borgatti, Coppola e Bellotti, continua a rigettare cambiali in bianco o adesioni senza la base di programmi e autotutele. Anche il movimento giovanile non è avulso dal clima tellurico che scuote il partito. Dopo l’uscita del coordinatore provinciale Massimo Carravieri che ha organizzato una riunione in cui i giovani Udc si sarebbero schierati contro la segreteria Milan e a favore delle posizioni del presidente Borgato, adesso il neo commissario per il Veneto Matteo Beghin, organizzerà un altro incontro in cui si ridefiniranno le posizioni dei giovani. Il 7 marzo si terrà a Roma l’assemblea nazionale dei Giovani Udc. Sembra sia in atto una profonda riorganizzazione del movimento giovanile. Il 12 febbraio è stato nominato dalla Direzione nazionale, il nuovo coordinamento Giovani, di cui fa parte come responsabile per il Nordest, Marco Da Rin, giovane segretario provinciale di Belluno. «Anche l’Udc polesana - spiega il commissario - intende procedere all’organizzazione del movimento e nelle prossime settimane in accordo con il responsabile del Nordest e con il neo-commissario per il Veneto che collabora con il segretario provinciale Francesco Milan, verrà organizzato un incontro fra i giovani simpatizzanti che non abbiano più di 28 anni e che intendano impegnarsi per l’affermazione del progetto dell’Unione di Centro, una forza autonoma, moderata, radicata nei valori della dottrina sociale della Chiesa».

martedì 24 febbraio 2009

I vertici dellUdc badiese a tu per tu con il presidente Rocco Buttiglione



L’incontro a Peschiera del Garda

Tratto dalla Voce di Rovigo del 24/02/2009 di Piera Marsilio


BADIA POLESINE - Sabato scorso a Peschiera del Garda si sono riuniti i Giovani dell’Udc della delegazione che con l’europarlamentare Iles Braghetto in dicembre hanno visitato e lavorato nelle varie commissioni a Bruxelles. E, in rispetto all’impegno prefissato durante il seminario dei Giovani italiani del Partito Popolare Europeo, hanno lanciato un progetto di scuola di formazione politica per tutti i giovani del Veneto. All’incontro erano presenti delegazioni dalla provincia di Padova, Verona, Treviso, Vicenza e Rovigo, quella più numerosa, accompagnata dal Presidente Udc di Rovigo Renato Borgato e da quello di Badia Gino Ponzetto. Al dibattito su “Sussidiarietà e bene comune” hanno partecipato Luca Antonini, vicepresidente fondazione per la sussidiarietà e docente di diritto costituzionale all’Università di Padova, e Rocco Buttiglione, presidente nazionale Udc. E le centinaia di persone intervenute hanno avuto la possibilità di porre domande direttamente ai relatori. A margine dell’incontro i rappresentanti dell’Udc polesana hanno discusso con i protagonisti dell’incontro, in particolare con Rocco Buttiglione che è stato invitato dalla delegazione badiese a visitare Badia e la provincia di Rovigo in primavera. “Un interessantissimo dibattito a cui non si poteva mancare - hanno dichiarato Mauro Annunziata e Cristian Peluso, entrambi della segreteria Udc di Badia - in cui si è potuto comprendere maggiormente il valore della sussidiarietà sociale e del bene comune”.

domenica 22 febbraio 2009

"I Panni sporchi si lavano in casa"


Zamboni dell'Udc

Tratto dalla Voce di Rovigo del 21/02/2009

Sandro Zamboni, segretario organizzativo provinciale dell'Udc, si esprime in merito alle parole di Enzo Bacchiega,ex segretario del partito di Casini. Ho letto l'intervista di Bacchiega pubblicata oggi (ieri per chi legge ndr.).
Tralascio i commenti sulle opinioni politiche espresse, perché in questa fase interlocutoria della politica nazionale e regionale mi sernbrano fuorvianti o, ed è per questo che intervengo, dannose all'immagine dell'Udc. Un serio dirigente politico esprime le proprie opinioni, anche difformi al gruppo dirigente,non -sui giornali, ma all'interno dei partiti e negli organismi di cui fa parte e questo, soprattutto nei periodi elettorali. Non mi risulta che Enzo Bacchiega abbia mai espresso le opinioni espresse nell'articolo nella direzione del Comitato regionale di cui fa parte. E' vero che, si è dimesso solo da segretario del Comitato comunale dell'Udc, ma anche qui lo ha fatto senza convocare il comitato aprendo una seria e doverosa discussione su tali sue opinioni e mandando messaggi criptati, tramite i suoi amici, che queste sue dimissioni venissero congelate per consentirli una vita più serena nell'ambito del suo "lavoro" in Regione Veneto.
Il segretario Provinciale Francescco Milan, ha talmente mediato che non ha provveduto a convocare il Comitato Comunale di Rovigo, per aderire a questo suo desiderio e non costringerlo ad uscire dal partito, seguendo la sua naturale propensione a seguire Francesco Piccolo. A tal riguardo ricordo che è uscita la notizia sulla stampa che il movimento di Piccolo era rappresentato in provincia da Osti, Ghezzo e Bacchiega, mai da lui smentito. Chi ha avuto la sensibilità, leggesi Francesco Milan di non procedere , rischia ora di essere criticato anche da quanti hanno accettato tale compromesso, convinti di fare il bene per l'unità del partito. Sarebbe superfluo, ma è giusto farlo, sottolineare che da maggio 2008 il Comitato Comunale di Rovigo non ha mai potuto operare, non si è mai riunito avendo questo nodo da sciogliere, e non avendo quindi mai l'opportunità di esprimere le opinioni in
merito alle problematiche della città e alle decisioni, spesso o quasi sempre improvvide, della giunta Comunale. Il vice segretario Antonio Bononi, ha sofferto moltissimo questa situazione, ma, seppur a malincuore, h,a rispettato la decisione e non ha provveduto sua sponte a convocare il comitato. Questa responsabilità ricade in toto sulle spalle del Sig Bacchiega che nonostante ciò continua a dare lezioni di democrazia e di grande progettualità politica, che si scontra miseramente,invece con il tentativo di nascondère interessi personali, forse legittimi, ma conflittuali con
l'interesse generale del Partito. Da ultimo ricordo al Sig. Bacchiega che la politica gli ha dato molto facendogli ricoprire il ruolo di assessore per ben due volte al comune di Rovigo e anche il ruolo di dirigente Regionale. Sono spiacente nel dover rispondere all'intervista odierna di Enzo Bacchiega, ma ho ritenuto il Partito Provinciale meriti una difesa e nel contempo anche in qualità di segretario organizzativo Provinciale ho dovuto dare voce alle molte telefonate dei componenti del comitato comunale di Rovigo che sono rimasti allibiti nel leggere la suddetta intervista.

Sandra Zamboni

Segretario Organizzatlvo Provinciale Udc

sabato 21 febbraio 2009

Da Solo l’Udc favorisce il Pd


Secondo Enzo Bacchiega, Francesco Milan non sa mediare fra le varie idee
“In Polesine e nel Veneto le vecchie alleanze hanno dato esito positivo. Non vedo il problema”

Tratto da La Voce di Rovigo del 20/02/2009 di Roberto Rizzobacchiega-150x150 Da Solo lUdc favorisce il Pd

ROVIGO - L’Udc polesana, che fino a poco tempo fa sembrava compatta, monolitica, senza lacerazioni, è finita nella spirale di una bufera di polemiche che non accenna a diminuire.Anzi sembra diventare sempre più violenta, sia pure dentro i confini della correttezza. Ma ci sono, attorno all’Unione di centro, nata per volontà’ di Pier Ferdinando Casini, troppe “deviazioni” dalla strada che era stata indicata fino a poco tempo fa. C’è chi guarda ora al centrosinistra. Chi al vecchio centrodestra. Chi ancora vorrebbe camminare da solo in vista delle prossime elezioni amministrative.
C’è ancora chi vede giochi più larghi: Sognando che dall’isolamento possa nascere quello stato ideale, per alcuni, che è l’ago della bilancia. E, ancora, si mandano messaggi. Si parla con uno perché intenda l’altro.
E il risultato di queste comportamenti? Un concreto disorientamento da parte degli iscritti all’Udc. Non soltanto, Ma anche dei suoi elettori che danno l’impressione di seguire ormai con distacco le vicende che riguardano il partito per il quale avevano votato. Di questa situazione parliamo con il dottor Enzo Bacchiega, già assessore alla cultura del comune di Rovigo, il quale, alcuni mesi fa ha trovato il coraggio di dimettersi da segretario del comitato comunale di Rovigo in quanto, pare, non condividesse la linea politica dei vertici nazionali del partito. La dignità di andarsene, di lasciare una poltrona del potere non è merce facile da reperire in quello che viene definito il mercato della politica.
Lui l’ha trovato. Continuando, però, la sua battaglia,almeno sulla chiarezza,come consigliere provinciale e componente della direzione regionale. Perché, secondo lei, Francesco Milan, dopo aver ricevuto i1 testimone della guida dell’Udc polesana non è riuscito a mantenere all’interno del partito una unità sostanziale?
“Per due motivi.Il primo, dipende dal carattere che ognuno si porta addosso. E quello di Francesco, pur riconoscendogli intelligenza e scaltrezza, forse dimostra non sufficiente disponibilità a mediare le varie idee e quindi le posizioni diverse. Il secondo, riguarda i’ progetti che vanno costruiti con l’apporto di tutti e il segretario deve far sintesi, non viceversa” . Secondo lei, Milan riesce ad interpretare e calarla nella realtà polesana la linea politica di Cesa e Casini? “Quale linea politica?” La sua risposta, signifiça che non c’è nell’Udc una linea politica nazionale?

“Sono stato al congresso nazionale e la linea politica era alternativi alla sinistra - collaborazione critica con Forza Italia e Alleanza nazionale, e quindi Giovanardi rimase, allora nel partito. Poi Casini decise di andare da solo determinando la spaccatura dell’Udc. Ora i documenti dicono ‘andate da soli’ se non c’è collaborazione con le vecchie alleanze. Se, invece, le alleanze hanno dato positivi risultati, vanno bene e quindi perseguite anche in futuro”. In Veneto e in Polesine le vecchie alleanze vanno bene o male?’ “Mi pare che sia i vertici che la gente dell’Udc siano contenti di avere due assessorati regionali. In Polesine abbiamo governato bene il Comune di Rovigo, quello di Porto Viro e in molte altre realtà locali. Non vedo il problema”. Allora perché in Polesine si parla della presentazione, di una lista dell’Udc magari sostenuta da quella parte del mondo cattolico che è impegnato in politica? “Il mondo cattolico è frazionato in mille rivali. Vengono dubbi circa eventuali disegni da cavallo di troia politico, ovvero andare da soli per far perdere qualcuno. Così mi dicono e lo direbbe lo stesso Francesco Stocco, recentemente defenestrato dall’ufficio enti locali del Partito democratico, ovvero da Gabriele Frigato”. Intende dirè clte il disegno di Francesco Milan di presentarsi da soli ha come obiettivo far perdere voti al centrodestra? Il dubbio può venire, dato che ci sono precedenti illustri, come Albertino Stacco che ha intercettato gli scontenti della Margherita e qualcuno del centro per poi sostenere, com’è noto, il sindaco Fausto Merchiori”. Se questa è la situazione, lei si schiera con Renato Borgato, fautore di un’alleanza çhiara e organica con il Pdl, o con Francesco Milan, che pensa di affrontare da solo il giudizio, degli elettori?’ “Con nessuno. Ma solo con la ragione. Ovvero, l’Udc scavalcando a piè pari la dirigenza nazionale in Sardegna si è alleata direttamente con Berlusconi ed ha ottenuto il 9,6 per cento dei voti, il che significa il 3,8 in più rispetto alle scorse politiche. Dove siamo andati da soli, abbiamo perso clamorosamente”.
Allora dà ragione a Renato Borgato? “A me non interessa chi è finalmente arrivato sulle posizioni che esprimevo, internamente al partito, un anno fa. sono contento che Renato, della cui amicizia sono onorato da tempo, sia convinto che questa in polesine è la strada vincente e sta lavorando con la passione che gli riconosco” .
Oualcuno sostiene che lei è attento ad altri movimenti. Il che significa che potrebbe saltare il fosso dell’Udc per approdare in qualche partito. Che cosa ha da dire? “Solo gli stupidi o i manichei non ascoltano gli altri e le loro ragioni che magari in parte possono risultare interessanti. Cosa che io ho fatto alla luce del sole. E ho scoperto’ che qualche ragione l’avevano pure loro. Come ad esempio Piccolo, ex segretario regionale, che aveva ben due documenti votati .all’unanimità dalla direzione e dal consiglio regionale circa il rispetto dei veneti nelle liste elettorali. Quei documenti sana stati assolutamente ignorati dal nazionale che predica il rispetto delle specificità locali. Si predica bene ma si razzola male. Faccio un esempio: si fa la battaglia sulle necessità di esprimere le preferenze ma poi fa comòdo che non ci siano per imporre i propri uomini anche in Veneto, come il portavoce di Casini.” Lei è in politica da tanto tempo. Ha subito anche qualche sçonfitta. Ha vissuto amarezze. Non ha mai ricoperto incarichi che a fine mese contano. Perché lo fa? “Sono in politica da quasi 40 anni con ruoli diversi. Le sconfitte sono state tante, risultato di numeri ma non di contrarietà verso le idee.Non sono mai stato nominato in un consiglio di amministrazione, neanche di una bocciofila. Faccio politica perché ci credo, impegnandomi,per quanto posso e secondole mie capacità. Vivo del mio lavoro e non come, purtroppo,altri che trovano nella politica il sostentamento mensile. Coltivo.i miei hobby, come scrivere e qualche scritto è diventato libro, per cui dalla vita non chiedo nient’altro. Di conseguenza quando: prendo una posizione lo faccio perché sono convinto e non ho interessi da difendere. Mi riferisco, ovviamente al mio partito. Le case degli altri, al momento non mi interessano.”

martedì 17 febbraio 2009

I giovani dell’Udc a rapporto dal loro leader Casini


BADIA POLESINE - IL SEGRETARIO ANNUNZIATA: «UN INCONTRO IMPORTANTE PER FARE IL PUNTO SULLE POSIZIONI DEL PARTITO»

Tratto dal Resto del Carlino del 17/02/2009 di Cristiano Bendin

SUMMIT DELL’UDC. All’Hotel Crowe Plaza a Padova si sono riuniti i rappresentati dell’Udc del Veneto per un importante incontro con il leader del partito Pier Ferdinando Casini ed i massimi esponenti dell’Udc regionale tra cui Antonio De Poli, segretario dell’ Udc in Veneto nonchè a capo della segreteria nazionale, che ha fatto gli onori di casa, Francesco D’onofrio, gli assessori regionali Stefano Valdegamberi e Flavio Silvestrin, e l’europarlamentare Iles Braghetto.
Erano presenti delegazioni dalla provincia di Padova, Verona, Treviso, Vicenza e naturalmente Rovigo, tra cui tanti giovani badiesi, con la delegazione più folta accompagnata dal presidente dell’Udc di Rovigo Renato Borgato e dal segretario Francesco Milan. L’onorevole De Poli dopo aver fatto le presentazioni di rito e aver introdotto il tema del federalismo, ribadendo la posizione responsabile del partito, contraria ad un federalismo di solo forma e non di sostanza, ha chiarito ampiamente che il partito è aperto a proposte concrete e responsabili e non a quelle riconducibili a meri spot elettorali. Dopo di che a turno sono intervenuti i vari esponenti veneti ribadendo le posizioni del partito e analizzando le attività sul territorio fino alla chiusura del dibattito lasciata al leader Pier Ferdinando Casini, il quale ha ribadito più volte l’apertura del partito ad affrontare temi importanti quali la famiglia, la vita, la crisi finanziaria e infine ha espresso anch’egli l’apertura del partito a proposte concrete sul tema del federalismo, basate su i numeri e non sui proclami. A tal proposito precedentemente sempre all’ Hotel Crowe Plaza di Padova si è tentuto anche un importante incontro tra i il movimento dei sindaci e lo stesso Casini, su reali proposte di federalismo, quale potrebbe rivelarsi la proposta che il 20% del prelievo fiscale dell’Irpef rimanga ai Comuni di residenza, per attuare un federalismo fiscale rapido e che permetta ai nostri cittadini di avere le risorse che per troppo tempo sono state sottratte da uno Stato inefficiente. Tema molto discusso in ambito nazionale per le problematiche inerenti al bilancio e patto di stabilità degli enti locali, e quanto mai attuale anche nel nostro piccolo comune. Alla fine dei lavori si è potuto discutere direttamente e personalmente sia con Casini che con gli altri esponenti locali, delle problematiche legate al territorio rodigino e dell’alto Polesine, Badia in particolare. Mauro Annunziata, segretario organizzativo dell’Udc di Badia Polesine ha dichiarato: «Un incontro importantissimo per chiarire le posizioni del partito sul federalismo e la nostra presa di posizione responsabile in parlamento, ma anche un momento interessante di confronto e discussioni sui problemi legati alla nostra realtà locale badiese, dell’alto polesine e del rodigino in generale».

lunedì 16 febbraio 2009

Annunziata e i giovani dell'Udc a colloquio con Casini




Tratto dal Gazzetino di Rovigo del 16/02/2009 di Paolo Aguzzoni

Badia Polesine - Nei Giorni scorsi a incontrare a Padova il segretario nazionale dell'Udc
Pierferdinando Casini c'era anche una delegazione di giovani "udicini" badiesi guidata dal
segretario organizzativo Mauro Annunziata.Lo Stesso Annunziata ha detto: " Siamo daccordo che
la proposta che il 20% del prelievo fiscale dell'Irpef rimanga ai Comuni di residenza per
attuare un federalismo fiscale rapido e che permetta ai nostri cittadini di avere le risorse
che per troppo tempo sono state sottratte da uno Stato inefficente.Altro tema molto discusso
sono state le problematiche inerenti al bilancio e il patto di stabilità degli enti locali,
circostanza, questa, quanto mai attuale anche nel nostro Comune".
"Alla fine dei lavori - ha proseguito Annunziata - si è potuto discutere direttamente e personalmente
sia con Casini che con gli altri esponenti locali, delle problematiche legate al territorio rodigino,
dall'Alto Polesine e Badia in particolare.E' stato un incontro importantissimo per chiarire la
nostra presa di posizione in Parlamento, ma anche un momento interessante di confronto e discussioni
sui problemi legati alla nostra realtà locale badiese".

domenica 15 febbraio 2009

Francesco Milan: "Meglio soli che male assortiti"




"Seguo la linea tracciata da Cesa e Casini a livello nazionale"


Francesco Milan: "Meglio soli che male assortiti"

Tratto dalla Voce di Rovigo del 15/02/2009

Riceviamo e pubblichiamo la nota del segretario provinciale dell'Udc, Francesco Milan.
Egregio direttore, mi permetto di fare affidamento ancora sulla sua disponibilità per
intervenire sulle questioni politiche poste dall'amico Renato Borgata, presidentè
dell'UDC, partito di cui mi onoro di essere segretario provinciale. Non avrei mai voluto
farlo perché credo che in un partito, se si evidenziano delle differenziazioni sulla linea
da tenere, possano essere proficuamente affrontate all'interno, come abbiamofatto
in direzione provinciale lunedì scorso e come faremo nel prossimo comitato provinciale,
ma le sue uscite sulla stampa locale e soprattutto il contenuto politico delle stesse,
decisamente non coerenti con la politica del nostro partito a livello nazionale e regionale,
mi costringono ad intervenire per fare chiarezza e dare una risposta ai militanti e agli
elettori oggi certamente sconcertati. Ho provato sorpresa e incredulità quando ho letto la
prima intervista e ancor più sono rimasto deluso dall'intervista su "La Voce" dalla quale
emerge in modo evidente che la questione è di linea politica e non di contrasti caratteriali
che ci possono anche stare fra due personalità determinate come le nostre.
Renato ha evidenziato avversione verso la linea nazionale e regionale del partito sempre più marcatamente
autonomista e interessata ad un processo di costituente di centro. Quando afferma "sto, come scelta e modo
di sentire, ilcentro in alleanza con Lega e Pdl" si mette in contrapposizione con tutti i deliberati, gli interventi,
le indicazioni del partito, a cominciare dall'intervento di Casini a Padova di una settimana fa. La posizione
del partito è per un centro autonomo da PD e PDL. Ha detto l'ono Casini in più occasioni "Noi vogliamo
costruire un partito vero, un centro vero .. c'è un disegno preciso, costruire la costituente di centro" (Ansa del li
gennaio). Voglio per chiarezza citare l'ultimo di questi documenti in ordine di tempo, l'intervento del segretario
nazionale, onoLorenzo Cesa all'assemblea organizzativa del partito mercolem scorso a Roma; cito
testualmente: "La vaglia di centro sta montando nel paese. I grandi partiti che volevano cancellarlo non ci
sono riusciti e si stanno rivelando sempre più contenitori che non riescono a stare insieme. E gli italiani
hanno bisoano di una offerta politica diversa".
Quindi il disegno politico dell'Udc è di ricostruire un grande centro, non di creare un centro che si ponga
sotto l'ala protettrice del PDL. Anche in Polesine ci sono circa diecimila persone che hanno votato UDC
alle politiche e sapevano che era un partito autonomo che non sta né col PD né col PD.L, nonostante il
fortissimo richiamo al voto utile. A questo elettorato dobbiamo guardare. L'Ddc poi è un partito nazionale e
noi dirigenti non possiamo non tenerne conto; per carità è giusto anche poter avere divergenze,' ma
quando sono radicali, ovvero sul posizionamento politico, la questione si fa seria, perché sugli aspetti
identitari e sull'autonomia del partito non si può scherzare. Inoltre, le esternazioni contro la linea del
partito non ci fanno beffe e rivelano paure che chi guida un partito non dovrebbe avere.
Anche quando Renato Borgata dice che correre da soli è deleterio "perché non darebbe chiarezza agli elettori
perché da subito vogliono sapere da che parte si sta" e poi continua affermando che "se non saprà definire
una strategia delle alleanze, come accade a livello nazionale, il partito scomparirà", fa considerazioni
legittime ma che non corrispondono alla linea del partito e che peraltro non condivido. Dice ancora l'ono
Cesa: "L'alternativa è andare da soli. Non chiusi su noi stessi ma aperti alla collaborazione di tutti coloro che
vogliono lavorare per un centro autonomo. L'alternativa è proprio offrire un'alternativa ai due blocchi sempre
in lite e sempre uguali. Questo discorso vale per i Comuni ma ancora di più per le Province e più in
generale in tutte le località in cui si voterà in due turni.
Andare al primo turno da soli significa far comprendere a tutti. sul vostroterfitorio. che stiamo facendo sul serio
e che il nostro prògetto non teme confronti con nessuno. Con lo stesso spirito, le stesse motivazioni,
andremo da soli naturalmente anche alle Europee. E poiché si voterà negli stessi giorni, se andrete da soli alle
Amministrative potrete sfruttare anche il traino, la spinta del messaggio che arriverà. in tutta Italia dal
partito' per la campagna delle Europee." Questa indicazione la ritroviamo nei documenti politici approvati
unanimemente àalla direzione e dal consiglio nazionale di cui Renato Borgata è componente.
Owiamente il nostro partito rispetta le autonomie ed infatti lascia' spazio "alle alleanze locali. Per citare
sempre il segretario nazionale onoCesa: 'Tinvito forte e convinto che vi faccio è di presentarvi da soli alle
prossime elezioni in tutte le realtà in cui si potrà. Sapete bene che il nostro partito rispetta l'autonomia dei suoi
organismi locali. Equindi comprendiamo che possano esserci situazioni consolidate sul territorio che meritano
di essere confermate nelle alleanze. Ma valutate bene e con grande attenzione se dawero queste
alleanze siano dignitose per tutti. Non sedetevi sugli allori del passato perché il quadro politico è mutato
profondamente, So da molti di voi stessi che in molti casi i nomi dei candidati presidenti di provincia o
sindaci sono già stati decisi dagli altri senza consultarvi.
E allora fate attenzione perché in questi casi non vi propongono un'alleanza ma un vassallaggio, una vera
e propria sudditanza, che rischia di farvi sparire sul territorio nell'arco di quattro anni. Fino a qualche mese
fa forse l'alternativa non c'era o forse non si vedeva così chiaramente. Ora invece c'è e la vedono, anzi la
vogliono sempre più cittadini".
La stessa considerazione fatta dall'on. Antonio De Poli, segretario regionale, a Rovigo e riportata da "La
Voce": "La tendenza è di continuare le alleanze già consolidate a livello regionale e territoriale, purchè non
significhi essere succubi di altri partiti che la vogliono fare da padroni. Abbiamo intrapreso un percorso che
parte dalla riaffermazione della nostra identit{i e dei nostri valori" e prima ancora "dagli atteggiamenti che
si delineano potremo mettere a punto le possibili alleanze, mà in caso contrario correremo da soli senza
problemi". Che dire? I nostri documenti, tutti, compreso l'ultimo.approvato dalla direzione provinciale lunem
sera, sono in questa direzione. In Veneto c'è una realtà consolidata di rapporto che vede l'UDC' al governo
regionale con PDL e Lega; noi siamo in questa direzione - e, infatti, abbiamo awiato un percorso comune con
tanto di documento pubblicato sulla stampa ai primi di gennaio. Che bisogno c'è di un altro documento?
Nessuno. Mi si dice che servirebbe q bloccare la Lega; sinceramente mi viene da ridere a ritenere che qualcuno
pensi seriamente di inchiodare la Lega con un pezzo di carta in bianco. C'è invece bisogno di entrare nel merito
delle questioni, di definire il candidato alla provincia, di verificare i programmi, di trovare punti fermi nei
comuni, soprattutto imaggiori a cominciare da Adria e di farlo quanto prima. Ricordo che siamo ancora ai 9
candidati del Pdl, qlla Lega che sui giornali chiede il posto, all'avvocato Migliorini che va avanti per la sua
strada. Senza che nulla di tutto questo, per fortuna e merito,' abbia l'Udc per protagonista. Purtroppo lo
siamo diventati e nel modo peggiore dopo le esternazioni dei giorni scorsi. Confermo, quindi, ibuoni rapporti,
ma anche l'assenza, finora, di un vero accordo.
In conclusione l'Udc ha un preciso mandato politico e andrà agli incontri con Pdl e Lega con spirito costruttivo
e senza tentennamenti, ma non firmeremo cambiali in bianco. Renato Borgato come me vuole il bene
del partito e del Polesine, mi spiace che manifesti troppo spesso insofferenza verso la linea politica
dell'Udc nazionale, stante anche il fatto che non la pensava così fino a qualche mese fa. Credo che quello
che entrambi vogliamo non sia poi così diverso.
Possiamo e dobbiamo ricostruire l'unità interna del partito, perché un'Ddc spaccata a metà fa comodo solo
a Pd e al Pdl. Dobbiamo credere di più all'Udc, per essere riferimento politico e non al rimorchio di disegni
altrui.

Gratie per l'ospitalità

Francesco Milan
Segretario Provinciale Udc

Nota all'interno dell'articolo:

L'onorevole Antonio De Poli: 'Lo schieramento è unito"

Riceviamo dal segretario regionale dell'Udc, Antonio De Poli, una nota sulla situazione del partito polesano.
"Nessuna spaccatura nell'Udc di Rovigo. lì partito è unito secondo le direttive nazionali e
regionali. Ho parlato con il responsabile regionale del Pdl e mi risulta ci sia stato al
momento nessun via libera da parte loro ad accordi nella provincia. Ricordiamo che le
alleanze 'per le province e i comuni sopra i l5 mila abitanti verranno valutati sul tavolo
regionale con un accordo che deve ancora avvenire. Siamo pronti a confrontarci con gli
amici del Pdl e della Lega nel momento in cui avremo la certezza che il quadro non venga
smentito dai loro vertici regionali o addirittura da quelli nazionali. Il problema di Rovigo e
di altre province che andranno al voto verrà affrontato dall'Udc domani (ieri 14febbraio, ndr)
durante l'ufficio politico regionale".

Renato Borgato: "Il partito è quasi tutto con me, organico al Pdl"


"Nessuna spaccatura" dicono. Ma il problema esiste

Allora: dove si va?

Renato Borgato: "Il partito è quasi tutto con me, organico al Pdl"

ROVIGO- Tutti buttano acqua sul fuoco, naturalmente.
Ma le vicende inteme all'Udc polesano non sono certo tranquille. Pubblichiamo
qui sotto un lungo intervento del segretario provinciale del partito Francesco Milan, nel
quale si sostiene la necessità di seguire le indicazioni del segretario nazionale
Lorenzo Cesa e, ovviamente, quelle del presidente Pierferdinando Casini, che, tradotto, significa: "Il
partito io lo tengo al centro e non scelgo proprio niente,al momento. Se non saranno possibili accordi
strutturali e di programma con il Pdl allora per le provinciali correremo da soli" .
Chi non è proprio d'accordo con questa impostazione è il presidente provinciale,
Renato Borgato. Il quale, con un'intervista alla Voce di quattro giorni fa, si è
schierato: "Noi stiamo con il Pdl, perché al Pdl siamo organici così come i nostri elettori". E proprio questo
è andato a dire, ieri mattina, a Padova, al segretario regionale Antonio De Poli.
Facendogli anche sapere che la larga maggioranza del partito polesano è con lui. "All'ultimo incontro
con Pdl e Lega" , dice Borgato, "era stato presentato un documento da sottoscrivere: non solo da parte nostra
ma da tutti. Una sorta di premessa metodologica: impegnamoci insieme per trovare il miglior candidato
possibile, quello che ci faccia vincere la Provincia.
Tutti erano pronti a firmare: tutti meno Francesco Milan, il quale si è chiamato fuori con la scusa di voler
verificare con il direttivo. E così il documento non l'hanno firmato neppure gli altri, ovviamente".
La questione, che non è di lana caprina, è che a questo punto dall'interno del Pdl potrebbero venire anche
delle prese di posizione più dure. Qualcosa del genere: "Se volete stare al tavolo siamo contenti, altrimenti noi andiamo
avanti senza di voi". Ed è chiaro che le decisioni sugli uomini vanno prese tra alleati, e non tra persone
che aspettano di vedere. Insomma: c'è da staccare un biglietto d'ingresso, senza il quale si rischia di
restare soli. E le solitudini, al centro," possono essere pesanti. Un po' come è accaduto
ad Albertino Stocco, che dopo un paio di anni al centro, sentendosi solo, è
scivolato a sinistra. Qualcuno dice che sia questo, in realtà, il disegno di Francesco Milan. E non a tutti va
giù. Anzi: stando a Renato Borgato, è alla maggioranza del partito che la cosa proprio non piace. (A.P.)

"Noi stiamo col presidente"


Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 15/02/2009

Anche i Giovani dell'Udc polesana prendono posizione.
Loro,stanno con Borgato. La sera del 13 febbraio, i
giovani dell'Udc polesano si sono incontrati a Rovigo.carravieri
L'incontro è stato organizzato dal coordinatore
dei giovani Udc Massimo Carravieri. Al di là della
semplice voglia di ritrovarsi, l'evento aveva ben altro significato. Tutti
sappiamo che ultimamente in casa Udc ci sono stati a livello locale un po'
di mal di pancia e proprio per questo motivo i Giovani
ritenendosi parte integrante del Partito hanno
deciso di incontràrsi per discutere ed affrontare'
quella che secondo loro dovrebbe essere la linea
verso la quale dirigersi. La conclusione,. che ha trovato
accoglimento e totale approvazione da parte di tutti gli intervenuti, è così
riassumibile: "Abbiamo deciso che per fare accordi in vista di quelle che saranno
le prossime elezioni Provinciali e Amministrative è di fòndamentale importanza
intraprendere una linea che sia possibUmente
condivisa dalla maggioranza dei Componenti del Comitato Provinciale,
i quali sono all'intèrno dél Partito i veri e
propri protagonisti nonché rappresentanti nei vari
Comuni, e quindi saranno coloro che determineranno
il risultato finale per il Partito stesso. Perciò noi giovani ci sentiamo
sintonizzati perfettamente con quanto già espresso ultimamente sulla stampa
dal presidente Renato Borgato, e invitiamo anche
il nostro caro amico e segretario provinciale Francesco Milan ad allinearsi
non solo con quelli che sono gli input del Nazionale,
ma soprattutto con quelle che sono e restano le vere esigenze che
da anni ci legano saldamente al territorio e alla nostra gente che, non dimentichiamolo,
restano sempre la fonte principale di saggezza. Per questi
motivi confidiamo in un accordo serio e responsabile
ch~ ci veda ancora una volta protagonisti còme in passato assieme a tutti gli
amici del Centrodestra con la speranza, laconvinzione
e l'entusiasmo che ci , accomuna da sempre nel presentare alla fine un valido
candidato alternativo al Centrosirristra che possa
essere in grado di un segnale concreto a questa Provincia ormai da troppo tempo ammalata.

Giovani dell'Udc Polesana

De Poli: «L'Udc unita alle elezioni»


Il regionale appoggia il segretario Milan
De Poli: «L'Udc unita alle elezioni».
Ma Borgato è pronto a rompere



Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 15/02/2009

«Nessuna spaccatura nell'Udc di Rovigo. Il partito è unito secondo le direttive nazionali e regionali»,
Se a dirlo è il segretario regionale, l'onorevole Antonio De Poli, la dichiarazione dovrebbe
essere scritta a fuoco. In 'realtà il condizionale continua ad essere
d'obbligo, In risposta alla diffusione della nota del capo
dell'Udc veneta, ieri in tarda mattinata, émche se la data è di
24 ore prima, è arrivata la precisazione del presidente provinCiale
del partito di Casini Renato Borgato che ha riaffermato la
sua intenzione di non assecondare le scelte del segretario
proviri.ciale Francesco Milan se portasse l'Udc a una corsa da
isolata. «La neutralità è perdente - attacca Borgato - Se '
Milan, nel prossimo incontro con Pdl e Lega, non fiÌ1na con il centrodestra
e continua a sostenere che l'Udc deve andare da sola, si mette fuori gioco,
I Anche perché la stragrande maggioranza del vertice del partito è con me».
Insomma, mentre da una parte De Poli fa il pompiere,
l'incendio divampa poco più in là.
«Ho parlato personalmente con il responsabile regionale del
Pdl - spiega l'onorevole padova, no - e non risulta che sia stato, al momento, nessun via libera da
parte loro ad accordi in provincia di Rovigo. Ricordo che le
alleanze per la Province e per i comuni sopra i lSmila abitanti
(Adria, ndr) verranno valutati sul tavolo regionale con un accordo
che deve ancora essere deciso ed elaborato. Noi siamo pronti 'a confrontarci con gli
amici del Pdl e della Lega anche nel Rodigino,- sottolinea De Poli
-, ma lo faremo nel momento in cui avremo la certezza che il
quadro non venga smentito dai loro vertici regionali o, addirittura,
da quelli nazionali, Il problema di Rovigo e di altre province
che andranno al voto verrà affrontato dall'Udc domani
(ieri, ndr) durante la riunione dell'Ufficio politico regionale».
«Ma io non ci sto - incalza Borgato -. Milan deve ascoltare
ciò che vùole la maggioranza del partito, o si va da un'altra
parte. E a De Poli ho detto che il partito seguirà me. Non dobbia--mo
fare la figura della lista comunale di Albertino Stocco che,
, dopo un'alluvione di proclami di neutralità, alla fine si è accasata
con il centrosinistra».
Intanto ieri l'Ufficio politico, dell'Udc riunitosi a Padova sotto
la direzione dell'onorevole De Poli, ha messo intorno al tavolo
tutti i rappresentanti locali e regionali, con i vice
segretari Iles Braghetto e Camillo Cimenti, gli assessori e i con- ,
siglieri regionali Stefano Vandegamberi, Flavio Silvestiin, Onorio De Boni e Flavio
Frasson, oltre ovviamente ai segretari provinciali.
Decise le candidature per tutte le Provincie e per
i Comuni sopra i l5mila abitanti.
Da voci non confermate, sembra che, per la Provincia di Rovigo,
sempre nel caso l'Udc scelga la via della corsa autonoma,
possano essere chiaÌnati in causa direttamente i responsabili
di vertice' del partito'. Idem per i grandi Comuni. Adria vedrebbe
quindi il coivolgimento del primo referente locale dell'Udc.
«Quello che vogliamo dare è un forte segnale di autonomia avrebbe
detto il segretario regio, De Poli - pur nella totale
disponibilità ad alleanze che vedano l'Udc protagonista attiva».
Già prevista da Milan la convocazione del comitato provinciale.

‘Moretti farnetica E’ lui la mela marcia’ Dura replica dell’assessore Ferreri



Tratto dal Resto del Carlino del 15/02/2009 di Cristiano Bendin

ACCUSATO da avversari e alleati di essere stato l’artefice del ribaltone, l’assessore Marcello Ferreri rompe la consegna del silenzio e replica alle dichiarazioni rilasciate al Carlino dal capogruppo di maggioranza Carlo Moretti.
Perchè, dopo mesi di attacchi, replica solo ora?
«Avevo scelto il silenzio per senso di responsabilità verso la maggioranza ma dopo l’ultimo colpo di ‘fuoco amico’ la misura è colma: questa volta Moretti ha superato la decenza politica».
Qual è il problema?
«La predica mi arriva da un capogruppo di maggioranza che non ha mai aperto bocca in Consiglio se non per sporadici e gustosi interventi. Di politica amministrativa non ha quasi mai parlato, nè ha mai svolto una concreta attività di coordinamento del gruppo di maggioranza, e i risultati si sono visti. Non parliamo poi delle sue presenze nelle commissioni consiliari! Il suo sì che è stato un valore aggiunto: ma sottozero. E pensare che, probabilmente, è uno che dalla politica ha avuto più di quello che ha dato».
Dica la verità: non ha digerito la critica sugli impianti sportivi ‘vulnus’ del bilancio comunale....
«Come capogruppo, Moretti ha sostenuto e votato assieme ai suoi colleghi di An tutti i provvedimenti della giunta, compresi quelli sugli impianti sportivi».
Ma lei ce l’ha col partito An o con Carlo Moretti?
«Non è chiaro a che titolo parli, se personale o a nome di An, specie quando disegna scenari nuovi per il Comune, pensionando l’attuale sindaco e proponendo oscuri identikit sul suo successore».
Moretti ha detto che Meneghin rientra nell’identikit...
«Meneghin ha 58 anni quindi non ci rientra, almeno dal punto di vista anagrafico. Ciò dimostra che quando parla di politica farnetica».
Si sente la ‘mela marcia della giunta municipale?
«Rispedisco al mittente tale accusa. Io ho sempre sostenuto lealmente la cercando di mantenere unita la squadra di governo. Moretti, invece, ha avuto altre preoccupazioni, compresa quella di cercarsi una una nuova collocazione nella futura amministrazione locale o provinciale. Parlando di meriti politici e amministrativi, si merita una bella medaglia di legno».
E le sue cene con Casarotto, Cabassa e Boldrin?
«Siamo amici e ci troviamo periodicamente a cena dal 1999. Dietro non c’è alcun progetto politico: non accetto dicktat sulle mie amicizie personali».
Mercoledì 11 la giunta ha votato il bilancio: è stato difficile?
«E’ stato più difficile votare quello dell’anno scorso».

sabato 14 febbraio 2009

Milan tenta di ricucire con Borgato «L’Udc andrà da sola alle prossime elezioni» Le scelta fatta dai vertici nazionali




Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 14 Febbraio 2009 di Franco Pavan

Spiega di averci pensato su parecchio prima di prendere posizione sulle esternazioni del compagno di partito Renato Borgato, consapevole dei danni che possono aver provocato. Lo fa ora "con cautela e lasciando aperte tutte le porte per rassicurare iscritti, militanti e, soprattutto, gli elettori dell'Udc".
Prima però il segretario provinciale Francesco Milan anticipa una notizia che si riflette direttamente su quanto Borgato ha sostenuto in questi giorni. «Oggi parteciperò all'Ufficio politico del partito - precisa - In discussione vi è la scelta dell'Udc di andare da sola alle elezioni negli enti locali sopra i 15mila abitanti». Un'eventualità, fa capire Milan, che sfuma, se non smentisce del tutto, quanto sostenuto da Borgato.
«Le sue prese di posizione pubbliche - riprende il segretario Udc - hanno messo in difficoltà il partito proprio perché l'Udc deve confrontarsi con molossi pieni di contraddizioni come Pdl e Pd, oltre che con la Lega nord. Ricordo a Borgato che gli indirizzi seguiti in Polesine sono quelli decisi a livello nazionale e regionale. La sua idea, pur legittima, non corrisponde alle indicazioni del partito».
Quindi non ci devono essere fughe in avanti?
«Uso le parole di Lorenzo Cesa pronunciate 48 ore fa: vi invito a presentarvi da soli alle elezioni in tutte le realtà in cui si potrà farlo. Quanto dice Cesa sta scritto nei documenti approvati dalla direzione e dal consiglio nazionale di cui Borgato è un componente».
Qual è il seguito di Borgato nell'Udc?
«I diecimila polesani che ci hanno votato sapevano di votare per un partito autonomo dal Pd e dal Pdl. Hanno scelto l'Udc contro le sirene del voto utile. Meritano fiducia e determinazione. Certo, le esternazioni contro la linea dei vertici regionali non fanno bene. Per un partito di respiro nazionale gli aspetti identitari e l'autonomia contano più di ogni altra cosa. Se mancano non c'è prospettiva».
Perché il processo di alleanza con Pdl e Lega è tanto difficile?
«Rispondo ancora con le parole del segretario nazionale: l'Udc rispetta l'autonomia locale e le situazioni consolidate sul territorio. Ma le alleanze debbono essere dignitose per tutti, non atti di vassallaggio o di sudditanza che rischierebbero di farci sparire nell'arco di quattro anni».
Come sono a Rovigo i rapporti con Pdl e Lega?
«Sono assolutamente buoni. Tuttavia non possiamo aspettare che il Pdl sistemi le sue beghe interne per cominciare a parlare della presidenza della Provincia o attendere che la Lega dica cosa vuole».
Lunedi avrete un nuovo incontro. Cosa succederà?
«Ci sarò ma non firmerò cambiali in bianco o lettere di intenti. Chiederò solo che si entri nel merito delle questioni. Finora non hanno voluto farlo».
Cosa sente di dover dire a Borgato?
«Credo che anche lui voglia il bene del partito e spero superi questa fase di contestazione sulla linea politica dell'Udc nazionale. Non siamo su posizioni distanti o inconciliabili. Possiamo e dobbiamo ricostruire l'unità interna del partito. Un'Udc spaccata farebbe troppo comodo a Pd e Pdl».

«Noi stiamo col Sindaco»


Tratto dal Resto del Carlino del 14/02/2009 di Ivo Baccaglini

INTERVENGO in qualità di responsabile di Alleanza Nazionale per il comune di Badia Polesine.
Ribadisco la posizione del partito che rappresento e dei propri amministratori in consiglio a Badia:
An ha da sempre assunto un atteggiamento di appoggio al sindaco Paolo Meneghin e continua a perseguire l’attività finalizzata al sostegno dell’amministrazione comunale perché raggiunga la scadenza naturale del suo mandato.
QUESTO con l’obiettivo principe di portare a termine le opere e gli obiettivi prefissati dal giugno 2004, consapevole delle difficoltà e delle congiunture da superare.
An è inoltre tra gli attori principali per la costituzione del Partito delle Libertà badiese, costruendo lo stesso attorno alla figura dell’attuale sindaco.

COSTITUITO il partito nella sua massima interezza possibile, il secondo step è quello di creare una lista in cui obiettivo è il coinvolgimento del completo centro-destra badiese, senza variazioni sul tema.
Questa è la posizione ufficiale del partito, in linea con le politiche espresse dal vertice provinciale.
*Presidente sezione di An

Stroppa (Pd) invoca il commissario prefettizio




Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 14 Febbraio 2009 di Paolo Aguzzoni

Il segretario ha parlato di terreno scivolato sotto ai piedi all’attuale maggioranza squagliatasi prima dell’approvazione del bilancio.
Nel presentare sabato scorso la senatrice Maria Pia Garavaglia, il coordinatore del circolo di Badia Polesine del Pd, Gianni Stroppa ha esposto alcune valutazioni politiche in chiave locale. E ha invocato apertamente l’arivo del Commissario prefettizio per risolvere definitivamente l’angosciosa situazione politica in cui versa il Comune di Badia Polesine dopo che Meneghin ha perso la sua maggioranza.
Rivolgendosi al coordinatore provinciale Gabriele Frigato e al suo vice Diego Crivellari Stroppa ha detto: «Voglio testimoniare come il Pd a Badia sia impegnato nel fare e proporre chiarezza nei rapporti fra le persone e nelle alleanze in vista delle prossime amministrative, dopo cinque anni di cattiva amministrazione fatta di ribaltoni e controribaltoni e, si spera, di definitiva implosione con la nomina del Commissario Prefettizio! Anche per questo la nostra identità deve rimotivare il nostro elettorato in termini di partecipazione attiva e di proposta politica. Dobbiamo perciò far percepire alle persone comuni che è arrivato il tempo del cambiamento, della novità e della coerenza! Dello spessore dei nostri uomini e delle nostre decisioni, che dimostrino la capacità di cogliere i problemi locali e proporre soluzioni concretamente realizzabili».
Per Stroppa ben si addice all'attuale situazione di crisi politica e amministrativa badiese un passo del messaggio di investitura pronunciato da Barack Obama il 4 novembre scorso: «Quel che i cinici non riescono a capire è che il terreno gli è scivolato sotto i piedi. Gli argomenti stantii che ci hanno consumato tanto a lungo non sono più applicabili» e ha concluso: «Chiudiamo per un attimo gli occhi e pensiamo se anche nella nostra città possiamo far nostro un messaggio così forte per costruire una città del futuro pulita, ordinata e colorata, che produce lavoro, ricchezza per i nostri figli e solidarietà per i nostri anziani, realizzando un progetto serio, concreto e credibile. Rincorrendo un sogno, forse! Difficile ma non impossibile! Possiamo cambiare. Voglio crederci insieme».

giovedì 12 febbraio 2009

Borgato: "O con me o fuori" "Necessario prendere subito una posizione, per essere chiari nei confronti degli elettori"

Borgato: "O con me o fuori" "Necessario prendere subito una posizione, per essere chiari nei confronti degli elettori"




Da La Voce di Rovigo del 12/02/2009 di
Roberto Rizzo


ROVIGO- Che cosa propone il ristorante della politica polesana? In tavola vengono portati cibi buoni e meno buoni., Ma anche cibi che non sono proprio digeribili. Anzi restano fermi, bloccati dentro lo stomaco. E non fanno proprio dormire. Renato Borgato, presidente dell'Udc polesana, già pensa a ricorrere a un robusto digestivo. Sentiamolo, allora. Qual è la situazione nel suo partitO? "In qualità di presidente dell'Udc ho raccolto quello che la stragrande maggioranza degli aderenti desidera e cioè di appartenere, ed io sono con loro, come scelta, storia e modo di sentire, al centro, ip alleanza con Lega e Pdl". Attualmente è stato posta questa posizione al centro del dibattito politico dell'Udc? "Occorre fare riferimento al documento che il tavolo del centtodestra ci ha proposto per porre fine alle inquietudini' ai se e ai tanti ma, ed alle minacce di corse solitarie e soffermarsi su una coa1izione che prima di tutto deve operare nell'ambito di un'intesa, di una serenità di rapporti, dando segnali forti di stabilità e di fiducia agli elettori". Nella coalizione però la vita non sembra proprio essere tranquilla... "Infatti, la presenza nella coalizione di atteggiamenti pregiudizialmente condizionanti è del tutto deleteria poiché la gente recepisce che il problema è soltanto di poltrone anziché di strategia politica" . Perché fa queste affermazioni? "Perché il documento proposto tra gli alleati dovrebbe essere la base di partenza indispensabile e di esplicita volontà per dar luogo ad una coalizione compatta di tutte le forze del centrodestra. Solo così e se unite da subito possono vincere in prima battuta le elezioni provinciali. Ed è una fondamentale base di parteIiza per arrivaread una piattaforma unitaria anche in funzione delle alleanze nei comuni, almeno in quelli più grossi". Invece? "Invece, questo documento incontra una forma di diffidehza da parte del mio segretario provinciale Francesco Milan, il quale con questo atteggiamento dimostra poca fiducia e il timore che alla fin fine non sia così forte e sentita questa volontà di collaborare, privilegiando alla fine una corsa da soli che è del tutto deleteria". Perché è deleterio correre da soli? "Perché nel caso che l'Udc corresse da sola non solo non darebbe chiarezza agli elettori che vogliono da subito sapere da che parte si sta, ma rischierebbe l'assoluto isolamento". Infatti, non potrà, in seconda battuta, apparentarsi con la sinistra poiché ciò le verrebbe impedito dagli indirizzi regionali del partito e si vedrebbe costretta a pregare il centrodestra di allearsi. Conil rischio di trovare la porta chiusa di Lega e Pdl e quindi di rimanere del tutto isolata nel contesto politico - istituzionale palesano". E allora? "Tanto vale mettersi tutti al lavoro con la convinzione " che tutti insieme si vince. I fastidi possono emergere in sede di trattative su cui in alcune cose si dovrà fare un passo indietro o uno in avanti, mai comunque compromettere l'impostazione iniziale di volontà ,di presentarsi tutti uniti all'appuntamento elettorale per vincere da subito". Belle parole. Ma l'Udc se si presenterà da sola, metterà in lista persone provenienti da formazioni civiche? "Non è un problema che mi riguarda perché io non correrò da solo". Ma si dice che qualcuno del suo partito stia guardando a sinistra. Non solo ma che stia anche tentando di portare l'Udc in quell' alveo. Le risulta? "Non mi risulta, penso che il partito se non saprà definire la strategia delle alleanze, come a livello nazionale, decreterà la sua scomparsa. La politica dei due forni non può appagare. Nell'ambito del centrodestra il nostro partitò dei moderati sa ritagliarsi quel giusto spazio di cui il centrodestra ha bisogno. Se qualcuno ha delle velleità 'diverse lo faccia da solo. Frigato è pronto ad accorglielo a braccia aperte" . E' frattura? "E' indubbio che all'interno del partito ci sono posizioni diverse. lo rimango nella mia posizione che è fatta di coerepza, trasparenza e di impegno in questi ultimi anni, in cui ha costruito un forte rapporto umano, di persone prima ancora delle, sigle e un'alleanza solida con una progettualità che non intendo modificare. Altre posizioni mi troverebbero in contrasto con le mie idee e le opinioni della stragrande maggioranza dell'elettorato dell'Udc. Se il partito vuol percorrere altre strade, perseguire altri obiettivi,vuol dire che non mi sentirei più rappresentato. E non mi sentirei - conclude Borgato - di spendere la mia presenza,i miei consensi e di compromettere il duro lavoro, fatto per altri disegni".

«Da Silvia Veronese nessun valore aggiunto» Carlo Moretti (An) duro con l’ex assessore

«Da Silvia Veronese nessun valore aggiunto»
Carlo Moretti (An) duro con l’ex assessore





‘An in grado di avere un proprio candidato sindaco’

«SILVIA Veronese? E’ meglio che si sia dimessa dalla carica di assessore. La sua presenza non ha portato alcun valore aggiunto». A parlare è il capogruppo di maggioranza (o di quel che ne resta) Carlo Moretti, le cui esternazioni sono spesso destinate a far discutere. «E’ meglio che l’ex assessore alla cultura lasci perdere i discorsi sull’integrità morale che ho letto sul Carlino — chiosa l’esponente di An — perchè penso che, se partecipasse al festival delle falsità, potrebbe ritrovarsi sul podio». Ad indispettire Moretti sono state le pesanti accuse lanciate da Veronese al bilancio di previsione 2009: «Ma quali spese gonfiate — replica il capogruppo —. Sono affermazioni gravi, poco serene. Guarda caso ha parlato di tutto tranne che degli impianti sportivi, che sono un vulnus reale nei conti pubblici: che abbia voluto fare un piacere al suo sponsor politico Marcello Ferreri?». Un riferimento «velenoso» ma coerente con il punto di vista di Moretti, che ha sempre indicato nell’assessore allo sport il fautore dell’ingresso dell’ex Margherita e delle due esponenti di Liberamnete a Sinistra nella maggioranza al posto dell’Udc. «Con le dimissioni di Veronese — continua Moretti — si chiude in modo inglorioso una stagione politica. Ora Badia deve risollevarsi attraverso un percorso politico nuovo e una maggioranza coesa e politicamente omogenea, nel segno del Pdl». Una svolta che, per Moretti, deve apassare anche attraverso un rinnovamento generazionale: «Serve un sindaco con età fra i 40 e i 55 anni, capace di prendere decisioni forti, deciso a rilanciare la città e capace di evitare fratture laceranti come quelle che hanno caratterizzato questa consiliatura. Ricordo poi che ci sono da nominare i successori delle figure apicali del Comune». Scusi, ma Meneghin non le va bene?
«Meneghin va bene e poi non ha più di 55 anni ma sia chiaro: An è in potenzialmente in grado di porporsi con un proprio candidato sindaco».
Cristiano Bendin

Tratto Dal Resto del Carlino del 12/02/2009

mercoledì 11 febbraio 2009

Elezioni provinciali L’Udc si spacca in due tronconi


Elezioni, Udc spaccata
Borgato spinge per un’alleanza col Pdl, Milan no









L’UDC, alle provinciali, potrebbe anche correre da sola. Nonostante Renato Borgato, il capogruppo del partito di Casini in consiglio comunale, spinga per un’alleanza con il centrodestra, da sempre ‘compagno di viaggio’ nelle avventure elettorali (oltre che in molte amministrazioni), c’è un’altra corrente, quella del segretario provinciale, Francesco Milan, che storce il naso. O meglio, intende mettere alcuni paletti prima di un eventuale accordo con il centrodestra.
Queste diverse posizioni sono emerse nei giorni scorsi e si sono concretizzate in una riunione avvenuta l’altra sera nella direzione del partito. In quell’occasione, come conferma anche Borgato, sono «stati posti alcuni problemi legati all’accordo definitivo con il centrodestra. Ma la direzione ha espresso una posizione di pochi componenti: dovrà pronunciarsi, nei prossimi giorni, anche il comitato provinciale».
Borgato non nasconde, insomma, che all’interno dell’Udc, sono emerse due differenti posizioni in vista delle provinciali. «C’è chi guarda a un percorso di coalizione con un atteggiamento costruttivo, per portare il centrodestra a vincere in Polesine — spiega il capogruppo dell’Udc, che è pienamente d’accordo con questa strategia — ma ci sono altri membri del partito che vogliono fissare alcune condizioni ancora prima di un accordo con il centrodestra». Appunto, la schiera di Milan.
Le maggiori perplessità, a livello politico, secondo Borgato sono dovute in particolare dal fatto che «l’Udc, a livello nazionale, ha deciso di tenere la linea dell’equidistanza dal Pdl e dal Pd». Ma non pochi attriti, con il Pdl, potrebbero nascere anche dalla contrarietà espressa dal partito di Casini sul federalismo. Le Lega, se correrà con il Pdl, accetterà ‘nel gruppo’ chi ha espresso una posizione contraria alla questione del federalismo? Difficile. «Con il Pdl dobbiamo incontrarci la prossima settimana e prima dovrà emergere una posizione di coerenza», spiega Borgato, fiducioso di riuscire a ricompattare la frattura.






«Porre condizioni ancora prima di un accordo con il Pdl — osserva Borgato — non mi sembra il caso. Non mi sembra proprio il caso di creare intoppi a un’alleanza che ha dato risultati in Polesine». Le condizioni che parte dell’Udc vorrebbe anteporre a un’allenza col Pdl «sono dettate, ad esempio, dal timore che possa verificarsi una situazione simile a quella accaduta in Abruzzo, dove alla fine l’Udc è stato tagliato fuori». Insomma, se l’Udc troverà un accordo, potrebbe correre col Pdl, altrimenti tentare una corsa in solitaria. L’ipotesi di un’alleanza col centrosinistra è invece esclusa del tutto: «Il partito — spiega infatti Borgato — verrebbe subito commissariato perchè c’è un documento, a livello regionale, che vieta, in Veneto, alleanze col centrosinistra. Quindi, nonostante le continue lusinghe di Frigato, l’Udc dice no al Pd».
Maristella Carbonin

Dal Resto del Carlino del 11/02/2009

martedì 10 febbraio 2009

ATTACCO DELLA LEGA: «VERONESE TRASFORMISTA, GRAVI AFFERMAZIONI SUL BILANCIO»

BADIA ATTACCO DELLA LEGA: «VERONESE TRASFORMISTA, GRAVI AFFERMAZIONI SUL BILANCIO»




«In Comune c’è un’armata Brancaleone»
«LE DIMISSIONI dell’assessore Silvia Veronese sono l’ultimo capitolo di un triste libro scritto dall’inconsistente amministrazione comunale di Badia, priva di credibilità tanto da avere le sembianze di un gruppo folkloristico più che di una giunta comunale». Per voce di Antonietta Giacometti (commissario, nella foto durante l’inaugurazione), Marco Faggion e Alessio Morini, la Lega Nord sferra un attacco durissimo all’amministrazione Meneghin dopo la sortita dell’ex assessore alla cultura (definita «campionessa di trasformismo politico»). «La lettera con cui ha spiegato le ragioni delle sue dimissioni — affermano — è un atto di accusa verso la Giunta e paradossalmente verso sé stessa. Le sue dichiarazioni sono accuse su cui tutti i badiesi sono chiamati a riflettere attentamente tanto più che contengono elementi potenzialmente più che sufficienti per un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica dato che dalle parole dell’ex assessore traspare come il bilancio comunale sia stato oggetto di una gestione maldestra, artificiosa e superficiale». La sezione della Lega Nord di Badia ricorda la recente querelle tra l’amministrazione comunale e il commissario provinciale leghista Antonello Contiero, con tanto di minacce di querela per le sue accuse di ‘mala gestione’. «Bene — aggiungono gli esponenti del Carrocchio —: oggi viene da chiedersi chi aveva ragione. Ci chiediamo anche quale sarà la prossima mossa della Giunta, come minimo ci si attende ora una querela nei confronti del loro ex assessore Veronese le cui dichiarazioni sono ben più gravi e circostanziate delle osservazioni che la Lega Nord, e non solo, ha fino oggi espresso sulle scelte di bilancio». La Lega ricorda le dichiarazioni dell’ormai ex presidente del Consiglio comunale Mauro Usini e dei consiglieri Edo Boldrin e Mariolina Fogagnolo (PD) ha espresso: «Quest’ultima — ricordano — nel suo discorso in Consiglio aveva sottolineato, in qualità di presidente della commissione al Bilanci, la mancanza di un rapporto franco e di fiducia con l’assessore Cristina Tesin e ha espresso la sua intenzionalità a revocare la fiducia al sindaco». Infine una domanda: «Possibile che a quattro mesi dalle elezioni amministrative emerga nella coscienza di questi personaggi un senso civico e morale tale da dover obbligatoriamente abbandonare la maggioranza che fino ad ora hanno sostenuto? Certo — è la risposta che si dà la Lega —. Il curriculum vitae deve essere pulito e pronto per la prossima tornata elettorale. Badia ha bisogno di nuovi volti nel suo panorama politico, la Lega saprà soddisfare appieno tale necessità». L’invito finale fa chiaramente capire come, al momento, sia difficile un’alleanza tra la compagine che sostiene Meneghin e il Carroccio: «Invitiamo i cittadini a riflettere su quanto accaduto in queste ultime settimane: il nostro derelitto Comune è amministrato da un’armata Brancaleone allo sbando, priva di qualsiasi basilare competenza e capacità amministrativa. Talmente incapace e incoerente che sta riuscendo nell’ impresa di auto eliminarsi; speriamo che vi riesca, così potremmo dire che hanno fatto qualcosa di utile per Badia».
Cristiano Bendin

sabato 7 febbraio 2009

Incontro con Casini a Padova sul Federalismo Fiscale


Incontro con Casini a Padova sul Federalismo Fiscale




Venerdi 6 Febbraio presso l'Hotel Crowe Plaza a Padova si sono riuniti i rappresentati dell'UDC del Veneto per un importante incontro con il Leader del partito Pier Ferdinando Casini ed i massimi esponenti dell'UDC regionale
tra cui Antonio De Poli, segretario dell' UDC in Veneto nonchè a capo della segreteria nazionale,che ha fatto gli onori di casa, il prof. Francesco D'onofrio, gli assessori regionali Stefano Valdegamberi e Flavio Silvestrin,
e l'europarlamentare Iles Braghetto. Erano presenti delegazioni dalla provincia di Padova, Verona,Treviso, Vicenza e naturalmente Rovigo, tra cui tanti giovani badiesi, con la delegazione più folta accompagnata dal Presidente dell’UDC di Rovigo Renato Borgato
e dal Segretario Francesco Milan.
L'On. De Poli dopo aver fatto le presentazioni di rito e aver introdotto il tema del federalismo, ribadendo la posizione responsabile del partito, contraria ad un federalismo di solo forma e non di sostanza, ha chiarito ampiamente che il partito è aperto
a proposte concrete e responsabili e non a quelle riconducibili a meri spot elettorali.Dopo di che a turno sono intervenuti i vari esponenti veneti ribadendo le posizioni del partito e analizzando le attività sul territorio fino alla chiusura del dibattito lasciata al leader Pier Ferdinando Casini, il quale ha ribadito più volte l'apertura del partito ad affrontare temi importanti
quali la famiglia, la vita, tra l'altro appoggiando direttamente da Padova l'ipotesi del presidente del consiglio Berlusconi sul caso Englaro, la crisi finanziaria e infine ha espresso anch'egli
l'apertura del partito a proposte concrete sul tema del federalismo, basate su i numeri e non su i proclami.



A tal proposito precedentemente sempre al' Hotel Crowe Plaza di Padova si è tentuto anche un'importante incontro tra i il movimento dei Sindaci e lo stesso Casini, su reali proposte di federalismo, quale potrebbe rivelarsi
la proposta che il 20% del prelievo fiscale dell'IRPEF rimanga ai Comuni di residenza, per attuare un federalismo fiscale rapido e che permetta ai nostri cittadini di avere le risorse che per troppo tempo sono state sottratte da uno Stato inefficiente.
Tema molto discusso in ambito nazionale per le problematiche inerenti al bilancio e patto di stabilità degli enti locali, e quanto mai attuale anche nel nostro piccolo comune.
Alla fine dei lavori si è potuto discutere direttamente e personalmente sia con Casini che con gli altri esponenti locali, delle problematiche legate al territorio rodigino e dell'alto polesine, Badia in particolare.
Mauro Annunziata, segretario organizzativo dell'UDC di Badia Polesine ha dichiarato: " Un incontro importantissimo per chiarire le posizioni del partito sul federalismo e la nostra presa di posizione responsabile in parlamento, ma anche un momento interessante di
confronto e discussioni sui problemi legati alla nostra realtà locale badiese, dell'alto polesine e del rodigino in generale".




Annunziata Mauro

Segretario Organizzativo UDC Badia Polesine

venerdì 6 febbraio 2009

Veronese : "Gonfiate le entrate nel bilancio"

Badia Polesine - L'assessore spiega le ragioni per cui ha rassegnato le dimissioni e parla di "buon senso ed integrità morale che hanno imposto di non starci"

Veronese : "Gonfiate le entrate nel bilancio"



Dopo le sue dimissioni l'assessore comunale alla Pi, Cultura, Turismo e Politiche giovanili Silvia Veronese non aveva voluto commentarle: " mi prendo qualche giorno e poi renderò note le motivazioni".
Commento che l'ex assessore condensa in una nota scritta: "Alcune doverose dichiarazioni sulle vere motivazion che hanno indotto le mie dimissioni da assessore comunale presentate in data 29 gennaio 2009".
Sono pesanti le argomentazioni di Silvia Veronese che integralemnte riportiamo: " Esistono serie obiezioni di fondo e sono le seguenti: una gestione spregiudicata del rapporto tra entrate ed uscite fuori da ogni logica del buon padre di famiglia.
Il comune di Badia Polesine spende di più di quanto incassa.Eppure tutte le tasse che gravano sui cittadini sono al massimo del consentito dalla legge.
Conto comunale sempre in rosso con una anticipazione di cassa spesso al limite del consentito.Continuo utilizzo dei BOC ( chiesti per la costruzione della piscina ) per far fronte alla spesa corrente.
La pervicace volontà del sindaco e dell'assessore al bilancio di coprire le troppe uscite gonfiando le entrate: gonfiare le multe ( neppure i vigili riescono a perseguire gli obiettivi posti dall'amministrazione eppure di multe ne fanno parecchie e
sappiamo quanto siano vessati i cittadini badiesi), gonfiare la vendita dei loculi, gonfiare gli oneri di urbanizzazione, gonfiare le entrare da Ici.
La pervicace volontà del sindaco e dell'assessore al bilancio di non ascoltare i sani consigli dei revisori contabili ossia non accedere a nuovi mututi e contenere la spesa.
La formidabile baldanza con cui questa amministrazione si appresta a mettere in essere straordinari "contenitori" quali il teatro sociale e la nuova piscina, ma senza mettere nel conto gli inevitabili altissimi costi di gestione".
"Gestione amministrativa - prosegue - spesso disinvolta e superficiale: si veda di esempio il conferimento per incarico per coordinatrice psicopedagogica affidato l'anno scorso; a quanto mi consta mai sottoposto all'esame della giunta nonostante sia
sia in seguito misteriosamente comparsa una delibera che sarebbe stata approvata all'unanimità. Guarda caso il primo atto amministrativo, relativo al mio assessorato, votato subito dopo le mie dimissioni, è proprio la conferma del medesimo incarico alla medesima
persona. Si veda ad esempio il taglio dei contributi alle scuole private senza avvertire l'assessore competente.L'anno 2008 ha portato la consapevolezza che qualcosa nel bilancio di Badia non torna. Si è chiesto un bilancio tecnico ce esprimesse qualche volontà di risanamento.
Richieste caudte del vuoto. Si avvicinano le elezioni e allora avanti con le piazze e inaugurazioni varie anche a costo di un possibile dissesto finanziario.Il buon senso oltre che l'integrità morale hanno imposto di non starci".
Indubbiamente, di fronte a queste dichiarazioni "dall'interno della Giunta", il voto sul bilancio, eventuali inciuci a parte, è ancora più in bilico.

Paolo Aguzzoni

Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 06/02/2009

domenica 1 febbraio 2009

Rossi chiarisce l'atteggiamento di Forza Italia "marangoniana": "Nessun sostegno dopo il ribaltone" Meneghin senza rete di salvataggio.

Dal Gazzettino di Rovigo del 01/02/2009

BADIA POLESINE - Rossi chiarisce l'atteggiamento di Forza Italia "marangoniana": "Nessun sostegno dopo il ribaltone"

Meneghin senza rete di salvataggio.




Sembra ormai senza sbocchi la crisi politica che condiziona il comune di Badia
Polesine: il consiglio comunale del 22 dicembre ha dato vita al contro ribaltone
e questa settimana le dimissioni di Mauro Usini e di Silvia Veronese
hanno fatto il resto. Ma da Forza Italia "mariangoniana" non arriverà alcuna
ciambella di salvataggio per il sindaco Meneghin. Giovanni Rossi capogruppo
consiliare: «L'esperienza politica nata dal ribaltone del febbraio 2007 è stata
fallimentare ed è finita nel peggiore dei modi: non c'era bisogno di essere degli
indovini per intuire un finale così inglorioso.
La vera maggioranza voluta dai badiesi rimane quella uscita vincente
dalle Comunali del 2004». «Questa- continua Rossi - è stata una
maggioranza nata esclusivamente per due scopi: fare un dispetto all'assessore
regionale Renzo Marangon, ai suoi amici badiesi e a quanti lo avevano sostenuto
alle regionali del 2005; confermare alla presidenza della Casa di riposo Fabrizio
Rossi (Fi «bendiniana», ndr) che non aveva il consenso di tutti i vincitori
delle elezioni comunali del 2004 (il centrodestra di «Progetto per Badia, ndr)>>.
Cosa vi preoccupa dopo quasi due anni dal ribaltone del 15 febbraio 200??
«La nostra preoccupazione -aggiunge il capogruppo - è che questa alleanza spuria
e antidemocratica possa aver provocato danni irreversibili anche per le future
amministrazioni comunali. Ne è prova che molti protagonisti délle scelte
amministrative recenti si stiano chiamando fuori per non votare il bilancio
2009 che non è un qualcosa di sterile ma frutto anche delle decisioni degli
ultimi anni». Se ne sonoandati due protagonisti del
ribaltone del 2007: il presidente del Consiglio comunale Mauro Usini (Pd
dal 2008) e l'assessore alla Pi e Cultura Silvia Veronese (ex Liberamente a sinistra),
come 'legge queste dimissioni?
«Siamo - precisa Rossi - in una fase delicata e chi ha testa la userà per il
bene dei cittadini e non per interessi personali o di parte».
Sevi verrà chiesto voterete il bilancio di previsione 2009?«Il bilancio - chiarisce
Rossi - lo redige e lo approva la maggioranza. Come ho dichiarato, anchè
a nome dell'Udc, nella seduta del 22 dicembre, ribadisco che il sindaco deve
presentarsi al prossimo Consiglio comunale con una maggioranza, possibilmente
ampia, qualora riuscisse a trovarla, altrimenti ne tragga le conseguenze.
Per cui è un problema del sindaco».Quindi porte chiuse dagli ex alleati
"cacciati"due anni fa.

Paolo Aguzzoni

Maggioranza, si attende il consiglio

Il primo cittadino non commenta le dimissioni della Veronese

Maggioranza, si attende il consiglio




BADIA POLESINE - Il giorno dopo le dimissioni dell'assessore alla cultura Silvia
Veronese è inevitabile chiedersi cosa stia succedendo all'interno della maggioranza
della giunta di Badia.
Dopo l'addio del presidente del consiglio comunale Mauro Usini avenuto come
un fulmine a ciel sereno martedì l'altra mattina è toccato all'assessore alla cultura
rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del sindaco Paolo Meneghin.
Insomma, la giunta a pochi mesi dalle prossime elezioni, perde i pezzi. Interpellato al riguardo
il primo cittadino di Badia Polesine ha preferito non fare
nessuna dichiarazione, anche se probabilmente la situazione verrà chiarita nel
prossimo consiglio comunale. Resta infatti ora da capire quale sarà il futuro
dell'amministrazione comunale e quali le decisioni dello stesso sindaco anche in
merito alle deleghe rimaste vacanti dopo le dimissioni della, Veronese. Tuttavia a
preoccupare maggiormente è il futuro della giunta stessa.
Dai banchi dell' opposizione intanto il consigliere Giovanni Rossi Capogruppo
di Forza Italia all'opposizione, preferisce non fare commenti sulla grave situazione politica
che si è venuta a creare. Pare infatti che Forza Italia all'opposizione
stia preparando una nota congiunta per dire la sua sui fatti di questi giorni.
"Siamo Forza Italia - ha detto - e rispondiamo al partito", ha semplicemente
ammesso Rossi. Inoltre il consigliere Mariolina Fogagnolo che aveva tolto
l'appoggio alla giunta come l'ex sindaco Boldrin, nel turbolento consiglio del 22
dicembre, è all' estero. Nel prossimo consiglio un esponente della maggioranza
chiederà le dimissioni del vicepresidente della casa di riposo Gianpietro Ferrari.