
Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 26/03/2009
(P.A.) Badia Polesine oggi come quarant’anni fa. Nel 1969 la giunta di centrosinistra, una delle prime d’Italia, guidata dal Dc Mario Montini (vice sindaco il socialista Giancarlo Checchinato), cadde per la rottura dell’alleanza con socialisti e socialdemocratici allora uniti. Pare che la causa scatenante sia stata una manovra della Dc sull’Ospedale civile «Migliorini-Balzan» condotta all’insaputa degli alleati. Il prefetto nominò suo commissario Gianfranco Mescola: nel dopoguerra era la seconda volta; il primo fu Ruggero Fusillo che resse il Comune dal 1956 alle elezioni del 1957. L’ultimo giorno di Meneghin sindaco è trascorso ieri senza grandi sussulti. La crisi ha fatto implodere la Casa delle Libertà alleatasi nel 2004 con AN (per la prima volta nella stanza dei bottoni), l’Udc e Indipendenti e poi trasformatasi nel febbraio 2007 in qualcosa di diverso con la cacciata dell’Udc e di due forzisti e l’entrata in maggioranza delle due esponenti di Liberamente a sinistra e di due di “Badia al Centro”. Certamente avrà ripercussioni anche sulla nascita del Pdl badiese. Da ieri a mezzanotte ‘le dimissioni, date da Meneghin la sera del 5 marzo davanti al Consiglio comunale quando ha avuto la prova provata che non aveva più una maggioranza, sono diventate non più revocabili. Il direttore generale Gianfranco Tiengo la mattina del 6 marzo ha mandato un telegramma al Prefetto per informarlo dell’accaduto: stamattina ne manderà un altro per dirgli che le dimissioni sono rimaste. Il Prefetto nominerà un commissario che approverà il bilancio di previsione 2009 e reggerà il Comune sino alle elezioni di giuguo. Meneghin non è nuovo a crisi. A metà del suo secondo mandato (1990-1995) dopo la caduta della Dc nazionale, la segreteria locale della Dc puntò all’allargamento a sinistra, con l’allora Pci·Pds, della risicata maggioranza Dc-Pli che reggeva il Comune. La Dc chiese le dimissioni di tutti gli assessori per la formazione della nuova maggioranza e la nuova Giunta sempre guidata da Meneghin. Il Pli dette l’assenso, ma si doveva dimettere anche il sindaco che allora era eletto dal consiglio comunale: non se ne fece nulla perchè la Dc non volle far dimettere Meneghin. Il mandato finì regolarmente.
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