Non riesce il tentativo del primo cittadino di ricompattare la maggioranza
Il sindaco si è dimesso nell'ultima seduta del consiglio. Ora si va verso il commissariamento
Tratto dalla Voce di Rovigo del 07/03/2009
BADIA POLESINE - Terremoto politico giovedì sera al consiglio comunale di Badia che si è concluso con le dimissioni
del sindaco Paolo Meneghin. La sala gremita di cittadini tra cui molti gioyani e la faccia cupa di alcuni assessori facevano presagire il rischio, poi concretizzatosi, dell'addio del sindaco. Meneghin ha parlato a braccio e ha fatto la cronistoria del suo mandato, di come la guerra interna a Fi, tra Marangon e Bendin, sia stata devastante, citando poi l'episodio del 'ribaltone del 2007 causato da dissapori per l'elezione del presidente della casa di riposo che ha portato all'alleanza con il centrosinistra. Poi l'episodio dell'ultimo consiglio comunale del 22 dicembre e il documento con cui Boldrin ha tolto la fiducia che causò a ruota le dimissioni del presidente Usini, dell'assessore Veronese e del consigliere Fogagnolo. Meneghin ha elencato i problemi della città e la crisi delle aziende e di come sia giusto investire in opere pubbliche. A conclusione del preambolo ha risposto agli attacchi dell'ex alleato Boldrin. A turno sono poi interventi quasi tutti. L'assessore Rigobello (An)in difesa del Pat "fiore all'occhiello" della giunta; il consigliere Baccaglini (An) sulla repentina decisione di Boldrin e degli altri di lasciare, in contrapposizione con la coerenza di An, ripresa da Moretti che ha puntualizzato come l'alleanza del 2007 doveva consentire di finire il mandato. L'ex assessore Veronese ha ribadito che il bilancio è gonfiato e le spese sottostimate, Fogagnolo idem aggiungendo che è mancato ,un piano di rientro. Rossi (Fi opposizione) ha lanciato accuse sul ribaltone definito una convenienza politica. Poi la richiesta di dimissioni proseguita con Rossetto (Fi opposizione); Romani (Udc) che ha parlato di due anni scadenti e di una maggioranza anomala. Dopo la bagarre Claudio Guerra, vicepresidente del consiglio, ha presentato il primo punto all'ordine del giorno, l'elezione del presidente dell'assemblea, nomina che spetta alla maggioranza come da regolamento. "Visto che non c'è - ha detto il sindaco - chiedo di soprassedere alla nomina perché c'è un vice che è in grado di operare". Ma Rossi non c'è stato e Boldrin ha minacciato di, raccogliere le 11 firme dei consiglieri. Rossetto ha fatto notare che non esiste un consiglio senza presidente e Pigaiani si è aggiunto al coro. La seduta è stata quindi sospesa. Il sindaco rientrato con la voce che tradiva una velata commozione ha attaccato parlando di dignità personale, difendendo il bilancio e il Pat e le conseguenze della non approvazione.
"Ho sempre tenuto presente il bene della città. Di fronte a questa il sindaco si dimette ma sarò candidato alle prossimo amministrative". Ora il Comune si trova di fronte a un quasi inevitabile commissariamento. il sindaco avrà 20 giorni di tempo per ripensarci. Altrimenti sarà il commissario prefettizio a traghettare il Comune è alle prossime amministrative. Ormai imminenti.
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