Le dimissioni del Sindaco?
Mossa giusta ma tardiva
Tratto dalla Voce di Rovigo del 10/03/2009 di Roberto Rizzo
A distanza di pochi mesi dalle elezioni amministrative, si terranno il 6 e 7 giugno, sia pure con un certo ritardo, il sindaco di Badia Polesine, Paolo Meneghin ( nella foto ) ha preso atto di non contare più, in consiglio comunale, di una maggioranza, ed ha fatto ciò che tutti, cittadini e partiti politici, si aspettavano e, cioè, ha rassegnato le dimissioni.
Questo atto è politicamente rilevante, pur essendo ininfluente sotto il profilo amministrativo, perchè l'attuale gestione del comune è stata portata, in mezzo a non poche difficoltà, incomprensioni e polemiche, a quello che doveva essere al suo previsto capolinea. Il gesto; sia pur tardivo e ci ripetiamo in questo giudizio, che Meneghin ha fatto, va, comunque, a sottolineare la sensibilità dell'ormai ex sindaco che probabilmente, con le dimissioni, ha messo in evidenza almeno due aspetti di tutta questa complessa vicenda: 1. non si può continuare a governare tra continui "battibecchi" che hanno assunto, a tratti, l'immagine di liti, ovviamente verbali; 2. anche i sindaci pur eletti direttamente dai cittadini, devono ritornare al giudizio dell'elettore, anche se questa decisione è dolorosa, quasi sempre traumatica, perchè finisce una collaborazione alla quale si era creduto se non altro per la condivisione di un programma, per accordi anche sulla scelata degli uomini chiamati a dare concretezza alle stesse linee programmatiche.I sindaci eletti dal popolo non sono i podestà di antica memoria.Perchè i sindaci sono eletti dal popolo e quando in una comunità il consiglio comunale si frazione e si mescolano le carte, e quando una parte della minoranza si sostituisce ad una parte della maggioranza, allora ne esce una partita che non può essere giocata.Anzi: non deve essere giocata nell'interesse, prima di tutto, dei cittadini, i quali si attendono coerenza ad un progetto e ad una coalizione che erano stati scelti.Per questo è indispensabile il massimo rispetto degli elettori.Per questo abbiamo definito tardive le dimissioni di Meneghin.Per questo, ancora, Paolo Meneghin, meglio tardi che mai, l'ha capito ed ha fatto di conseguenza.Non si può sfuggire, infatti a queste regole che sono il cardine della democrazia.E tentiamo di rafforzare questo concetto sottolineando che sarebbero guai grossi se gli eletti dai cittadini, una volta arrivati dalle cariche istituzionali, non continuassero a rispettare il mandato ricevuto: è anche questa una regola fondamentale della partecipazione indiretta del popolo alla gestione della cosa pubblica.E' sempre preferibile votare una volta in più perchè nel caso di fratture insanabili, che determinano il cambio di maggioranza, la decisione spetta agli elettori.
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