In Consiglio Comunale si è giunti all'epilogo della giunta anomala che aveva perso il sostegno degli esponenti del centro sinistra
Il sindaco si dimette ma annuncia che sarà candidato alle prossime amministrative: " Ho voglia di battermi"
Tratto dal Gazzettino del 07/03/2009 di Paolo Aguzzoni
Paolo Meneghin (Fi) si è dimesso da sindaco di Badia Polesine;le sue dimissioni comportano lo scioglimento del consiglio comunale eletto nel giugno del 2004; si attende l'arrivo del commissario prefettizio.Sono le 21.48 di giovedì 5 Marzo quando la seduta del consiglio comunale, iniziata alle 19, riprende dopo la sopensione chiesta dal capogruppo di maggioranza Carlo Moretti (An) alle 21.10: la sala è gremita, a tutti è chiaro che si è arrivati a fine corsa. La giunta è schierata ai tavoli, solo l'assesore Renzo Aguzzoni(Fi) si tiene defilato: nessuno sorride, c'è tensione, i visi degli assessori sono provati. Meneghin, pallido e teso, prende il microfono e dice: «Credo che tutti si aspettino da me quello che fra poco dirò, ma prima di pronunciarni dico che difendo la mia dignità come sindaco e come persona. Ho provato a portare in Consiglio comunale il bilancio di previsione 2009 che non è disastrato come stasera qualcun0 ha detto, non ci sono tagli alle materna non statale che, anzi,hanno avuto il pagamento di alcune spettanze: dico soltanto che la non approvazione dello stesso bilancio comporterà gravi danni per Badia Polesine. Non viene così approvato il mutuo per completare il Teatro sociale e altri interventi si fermeranno». «Sono diventato sindaco la prima volta nel 1985 e rimpiango il periodo nel quale i partiti erano forti e avevano regole precise da rispettare. Penso che in questo momento sia importante agire con onestà intellettuale: posso andare in piazza a testa alta e affrontare chiunque. Ho speso sempre del mio e mai ho chiesto rimborsi spese quando mi sono mosso in veste istituzionale: mi bastano i 3.500 euro lordi che prendo come indennità di carica».Meneghin prende fiato e aggiunge: «Il sindaco si dimette ma annuncio che sarò candidato alle prossime amministrative: ho voglia di battermi». Sono le 21.55 quando l'applauso del consiglio prende atto che Meneghin ha gettato la spugna. L'ultima seduta del Consiglio comunale è stata convulsa, accesa nei toni: una seratà da tutti contro tutti. Forse Meneghin pensava di potercela fare ma pare che ogni speranza sia stata spenta fra le 21.10 e le 21.48 quando il sindaco avrebbe tentato un'ultima mediazione con l'assessore regionale Renzo Marangon e trovare i voti per la sopravvivenza dai suoi quattro consiglieri forzisti (Rossi, Guerra, Rossetto, Visentin); il risultato è stato "polliceverso". La svolta è avvenuta quando si è trattato di eleggere il nuovo presidente del Consiglio ComunaIe al posto del dimissionario Mauro Usini (Pd): occorreva un candidato della maggioranza che Meneghin non ha più dal 22 dicembre scorso. «Non c'è una maggioranza - ha detto il sindaco - per questo chiedo si soprassedere a questa elezione e di andare avanti con la seduta ». Ha preso la parola Giovanni Rossi capugruppo dei forzisti "marangoniani": «Adesso sindaco non le resta che dimettersi perchè lo dice lei stesso che non ha una maggioranza. Si dimetta per permettere la costruziobne del Pdl a Badia Polesine con stimoli nuovi e persone nuove: quelli che stanno attorno a lei hanno fallito».Edo Boldrin (Pd) ha aggiunto: «Se non c'è una maggioranza per il presidente del consiglio, non c'è nemmeno per il bilancio: sindaco si dimetta. Cada davanti a noi in piedi: il consiglio è al capolinea, chiedo ai consiglieri di esprimersi e chiudere tutto». Luca Rossetto (Fi): l'«Raccogliamo adesso le firme per le dimissioni dei consiglieri». Guido Pigaiani (Udc): «Invito il sindaco a dimettersi». Poi l'epilogo.
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