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UDC Badia Polesine - Unione dei democratici cristiani e di centro

UDC Badia Polesine - Unione dei democratici cristiani e di centro
Sosteniamo la causa di chi finalmente mette in campo esplicitamente i valori cristiani in Polesine.Sosteniamo la causa di chi finalmente mette in campo esplicitamente i valori cristiani in Polesine. Attorno alla recente esperienza dell’Udc a Badia Polesine si sono venute a creare relazioni ed amicizie che hanno portato alla formazione di un’affiatata squadra di persone provenienti dalle più diverse realtà professionali, di volontariato e di imnpegno civico. Persone che fanno riferimento alla tradizione di centro moderato ed alla dottrina sociale della chiesa. Proprio con questa squadra l’Udc vuole impegnarsi a Badia Polesine, mettendo in campo le nostre capacità ed energie. L’obiettivo di fondo è quello di interagire con le realtà locali, continuando la battaglia contro il degrado e la cattiva gestione. L’Udc si pone in ascolto delle problematiche di chi vive la città e si propone di avviare un dialogo con i moderati, favorendone la loro partecipazione attiva alla vita del terriorio, trasformando la sezione Udc in laboratorio di idee e proposte sulla scia di un programma che esca dagli schemi visti finora, ripensando al governo cittadino poichè, così com’è, fa acqua da molte parti.

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Il blog di Iles Braghetto

domenica 8 marzo 2009

Resa dei conti tra Meneghin e Boldrin


Da amici a nemici, ancora alleati e poi uno scambio di accuse sulle ragioni della crisi
Rimpallo di responsabilità sugli impianti sportivi che hanno "strozzato" il Comune

Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 08/03/2009 di Paolo Aguzzoni

A ripercorrere le tappe del consiglio comunale di giovedì scorso si possono leggere due momenti: quello antecendente le dimissioni del sindaco Paolo Meneghin e quello che ha portato alle stesse dimissioni diventate ormai l'unico passaggio logico di una situazione ormai deteriorata. Meneghin è apparso nostalgicamente legato al passato, alla Democrazia Cristiana, il suo partito che non c'è più, e a quel gruppo di giovani che nel 1975 ha preso in mano le sorti del comune di Badia Polesine con Germano Goia (Dc) il più giovane sindaco d'Italia che a soli 23 anni che guidò una Giunta giovane con soli due «anziani»il socialdemocratico Italico Verzaro e il liberale Giancarlo Cicogna. Meneghin è il solo "sopravvissuto" di quella esperienza .. Meneghin in cuor suo pensava che la situazione fosse ancora recuperabile nonostante, per sua ammissione, tutto sia nato altinizio del 2005 quando lo scontro fra i forzisti Iginio Bendin - Renzo Marangon scatenò «una guerra devastante per Badia e per tutto il Polesine». Alle comunali del 2004 quando Meneghin vinse nettamente con la Lista «Progetto per Badia»: Fi, An, Udc e indipendenti, seguito da «Badia al centro» (Margherita, Sdi, Liberali). Nell'autunno 2004 da «Badia al Centro» uscirono i liberali Luca Rossetto e Claudio Guerra che dopo qualche mese passarono a Fi alla corte di Renzo Marangon. Febbraio 2005: si candidò alle Regionali Iginio Bendin (Fi) facendo scoppiare la guerra con Marangon che vinse per una manciata di voti. Il Comune di fatto era guidato da Bendin e,dal direttore generale Gianfranco Tiengo: un sodalizio a prova di bomba. Giugno 2005: i forzisti di maggioranza, Giovanni Rossi e Pierleopoldo Visentin, costituirono, con la bendizione di Marangon, il Gruppo Fi con. Rossetto e Guerra. Settembre 2006: Meneghin e i suoi volevano confermare Fabrizio Rossi alla Casa di Riposo, ma gli alleati Udc e parte di Fi innescarono la crisi. Ottobre 2006: Meneghin tolse le deleghe all'assessore Giuseppe Romani (Dc). Febbraio 2007: il ribaltone, con cui vennero cacciati dalla maggioranza Rossi, Visentin e i due Udc Romani e Pigaiani, sostituiti da Mauro Usini, presidente del Consiglio comunale, ed Edo Boldrin di «Badia al Centro» e Mariolina Fogagnolo e Silvia Veronese, che diventò assessore, di «Liberamente a sinistra». Dicembre 2008: uscirono dalla maggioranza Usini, Boldrin, Veronese e Fogagnolo e tre mesi dopo le dimissioni di Meneghin. Lo stesso sindaco giovedì sera ha ritenuto che «l'unica prospettiva è quella di ricompattare le forze del centro destra nel Pdl che sta per nascere, alleato con l'Udc e la Lega Nord»: ma come nascera il Pdl badiese? "Non so se sarò candidato sindaco di questa coalizione - ha detto Meneghin - ma ci attendono sfide importanti con il Pat, il completamento del Teatro Sociale; il recupero della Vangadizza e l'area industriale di Crocetta anche se vi sono aziende ogni giorno in sofferenza con perdita di posti di lavoro». Certo, Meneghin se l'è presa anche con la stampa, ma alla stessa non ha mai orgogliosamente voluto rivolgersi per dare il suo punto di vista dopo la crisi scoppiata il 22 dicembre 2008, e così ha scelto di andare allo scontro con l'alleato-nemico ex sindaco Edo Boldrin al termine del suo intervento di apertura. Il termine del contendere sono stati i nuovi impianti sportivi che «sono stati decisi non da me, ma da Boldrin e dalla sua Giunta'di cui facevano parte assessori che ora stanno anche con me (Marcello Ferreri, Mario Cabassa e Renzo Aguzzoni, ndr), impianti nati senza soldi come più volte ha avuto modo di ammettere l'assessore Giulio Casarotto. lo ho deciso che andavano comunque finiti». Poi quasi contraddicendosi ha aggiunto: «Smettiamola di dire che gli impianti sportivi sono una palla al piede. Boldrin ha anche svenduto la scuola media e cosane sa lui del Pat? Badia ha rialzato la testa da quando lui non è più sindaco!». Parole pesanti contro l'alleato che ha salvato Meneghin dopo il ribaltone del 15 febbraio 2007. Quando è intervenuto Boldrin si è capito che la partita era finita. «Le parole di Meneghin - ha detto l'ex sindaco - sono livorose verso la mia persona: lei avrei giustificate se fossero state pronunciate la sera del 22 dicembre 2008 o nei giorni immediatamente successivi. Il suo intervento è scomposto verso di me che non ho mai offeso la sua persona e nemmeno ho mai citato gli impianti sportivi: i soldi allòra c'erano ed è stata la sua Giunta a volere delle migliorie con soldi che non c'erano. Lei ha svilito il mio lavoro con una boria e un orgoglio non giustificati. Badia è al disastro finanziario per questo ho deciso di lasciare la maggioranza. Del Pat, con i consiglieri che la sostenevano, non ha. mai parlato, nemmeno gli assessori sapevano quello che stava succedendo, la sua è una reticenza sosp'etta. Per sostenere la maggioranza ho messo la mia faccia e, ripeto, sono preoccupato per la città disastrata finanziariamente. Lei doveva convocare prima un Consiglio comunale per dirci quello che stava succedendo: intanto si è bloccato tutto».

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