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UDC Badia Polesine - Unione dei democratici cristiani e di centro

UDC Badia Polesine - Unione dei democratici cristiani e di centro
Sosteniamo la causa di chi finalmente mette in campo esplicitamente i valori cristiani in Polesine.Sosteniamo la causa di chi finalmente mette in campo esplicitamente i valori cristiani in Polesine. Attorno alla recente esperienza dell’Udc a Badia Polesine si sono venute a creare relazioni ed amicizie che hanno portato alla formazione di un’affiatata squadra di persone provenienti dalle più diverse realtà professionali, di volontariato e di imnpegno civico. Persone che fanno riferimento alla tradizione di centro moderato ed alla dottrina sociale della chiesa. Proprio con questa squadra l’Udc vuole impegnarsi a Badia Polesine, mettendo in campo le nostre capacità ed energie. L’obiettivo di fondo è quello di interagire con le realtà locali, continuando la battaglia contro il degrado e la cattiva gestione. L’Udc si pone in ascolto delle problematiche di chi vive la città e si propone di avviare un dialogo con i moderati, favorendone la loro partecipazione attiva alla vita del terriorio, trasformando la sezione Udc in laboratorio di idee e proposte sulla scia di un programma che esca dagli schemi visti finora, ripensando al governo cittadino poichè, così com’è, fa acqua da molte parti.

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Il blog di Iles Braghetto

mercoledì 25 marzo 2009

Meneghin, ultimo giorno da sovrano


La segreteria comunale cambia versione, scade oggi il periodo previsto per ritirare le dimissioni verbali

Il sindaco in una sorta di “accanimento terapeutico” sta cercando ancora di ritrovare la maggioranza

Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 25 Marzo 2009 di Paolo Aguzzoni





Oggi salvo il verificarsi dell’imprevedibile, è l’ultimo giorno di Paolo Meneghin da sindaco di Badia Polesine. La scorsa settimana, dopo una verifica alla segreteria comunale, ci era stato detto che i venti giorni, entro i quali Meneghin poteva recedere dalle dimissioni date verbalmente al consiglio comunale la sera del 5 marzo, iniziavano contando proprio il 5 marzo e quindi scadevano il 24 marzo. Ieri mattina, verificando se Meneghin avesse ritirato le dimissioni con tanto di lettera protocollata, la stessa segreteria ha cambiato versione. Scadono oggi, 25 marzo. Un giorno in più di “accanimento terapeutico” non dovrebbe cambiare nulla. Lunedi sera c’è stato un nuovo incontro dei fedelissimi di Meneghin, ormai in minoranza, con la delegazione dell’Udc che ha confermato il no al sostegno vista anche l’assenza del gruppo “marangoniano”di Fi non invitato. Quindi niente passi avanti senza il centro destra al completo: passaggio necessario per impostare le alleanze in vista delle comunali di giugno. La mattina di ieri è stata convulsa con Meneghin alla ricerca della via per uscire dalla crisi. Si è parlato della richiesta di dimissioni del presidente della Casa di Sorriso il forzista bendiniano Fabrizio Rossi per assecondare una richiesta di Marangon fatta diversi mesi fa, che andava aggiunta a quella analoga rivolta agli assessori anche loro da dimettersi. Pare che il primo e i secondi abbiano risposto picche: risposte ovvie non tanto per la Giunta, ormai in scadenza quanto per la Casa del Sorriso sulla quale sarebbe ricaduta la crisi precipitando nel caos. Si dice anche che l’on. Luca Bellotti abbia tentato di convincere Marangon a cedere e di dare mandato ai suoi di salvare Meneghin. Anche qui nulla da fare: troppo tardi. Altre voci si sono rincorse, ma non ne diamo conto perchè non verificate. Il quadro che esce da questa crisi è deprimente e non si capisce il perchè di tanto accanimento nel nascondere l’evidenza: fallito il centro destra organico del 2004 è arrivato il ribaltone del 2007 favorito dal centro sinistra andato in soccorso a Meneghin che il 22 dicembre 2008 si è ritirato: un altro ribaltone sarebbe stato troppo. La crisi si è annunciata dal febbraio 2005 quando il capo settore tecnico del Comune Iginio Bendin ha indossato le vesti del politico sfidando il compagno di partito Marangon ed è iniziata una lotta intestina a Forza Italia che ha prodotto divisioni e disastri ormai sotto gli occhi di tutti. Meneghin è stato incapace di prendere in mano la situazione e ora chiude traumaticamente il suo terzo mandato”.

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