Se il consigliere Udc cambiasse idea potrebbe garantire il voto che salverebbe in extremis Meneghin
Il sindaco dimissionario dovrebbe ripresentarsi presto in consiglio e chiedere il voto di fiducia
Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 11/03/2009 di Paolo Aguzzoni
La voce pare suffragata da elementi concreti. Sarebbe in atto un tentativo in extremis per evitare che diventino effettive le dimissioni del sindaco Paolo Meneghin. Sembra ci sia il margine per poterle ritirare, ma per farlo occorre che Meneghin si ripresenti davanti al consiglio comunale e faccia marcia indietro ovviamente dimostrando che ha una maggioranza: in fondo gli manca un solo voto. Dalle dichiarazioni sentite il 5 marzo spazio non ce n'è salvo che qualcuno non cambi idea all’ultimo momento. Pare non si sia mai interrotto il «pressing» sul consigliere comunale dell'Udc Giuseppe Romani per convincerlo a fare marcia indietro: non sappiamo cosa risponderà e se risponderà, ma pare che le pressioni messe in atto siano piuttosto pesanti e potrebbero interessare anche la sua attività di libero professionista. Vedremo se la politica badiese offrirà alla riflessione pubblica anche questa nuova puntata.
Intanto registriamo il commento del coordinatore del Pd badiese Gianni Stroppa che appena un mese, era il 6 di febbraio, aveva lanciato provocatoriamente l'operazione «Salvate il soldato Ryan» immaginando proprio il sindaco nelle vesti del protagonista del film. «"The end" - commenta Stroppa -; nella serata del 5 marzo è stata posta la parola fine a quello che politicamente si manifesta come una rappresentazione cinematografica de Salvate il soldato Ryan. Con lo stesso epilogo. Tutti coloro che si erano prodigati nella spedizione per salvare il sindaco Meneghin, da febbraio 2007 in poi, hanno dovuto ammettere il fallimento dell’operazione.
Dal 22 dicembre scorso sono trascorsi più di 70 giorni senza che si sia trovato un accordo politico relativo alla strutturazione della futura Pdl, con un sindaco, Meneghin, non in grado di tessere né accordi nè forse rapporti personali. E la discussione, per certi versi dura, avvenuta durante il consiglio comunale ne ha delineato i contorni, sparagliando ancor più la futura prospettiva politica, tanto che nella dichiarazione di dimissioni il sindaco ha addirittura rilanciato con la sua autocandidatura per le prossime amministrative».
Lo stesso Stroppa però apre uno scenario che si riconduce alla voce di cui s’è detto: «Le dimissioni del sindaco diverranno efficaci ed irrevocabili nei prossimi 20 giorni, come prevede l’articolo 51 dello Statuto comunale approvato il 26 aprile 2004. Non voglio e non posso pensare che in questo lasso di tempo vi saranno colpi di teatro che affosserebbero definitivamente il logico pensare comune». Anche Riccardo Mantovani, coordinatore locale e vice segretario provinciale del Partito Socialista, interviene sulle dimissioni di Meneghin e puntualizza: «Il Ps vuole mettere in risalto come le dimissioni, peraltro sin troppo tardive, siano state una boccata d'aria sana, per una città che stava arrancando paurosamente. Quanto accaduto giovedì 5 marzo è motivo, in un certo modo, d'orgoglio per Badia, che può in effetti tornare a rialzare la testa». Pure a Mantovani resta un sospetto: «Speriamo abbia concretamente a decorrere il termine dei 20 giorni per rendere effettive le dimissioni, senza che vi siano ripensamenti o ulteriori ribaltoni. Sarebbe invero ridicolo e, forse, perfino offensivo nei confronti della cittadinanza badiese».
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