Dimissioni e commissariamento
Alleanze confuse e personalismi contrari alla volontà degli elettori
Tratto dal Gazzettino di Rovigo del 07/03/2009
Paolo Meneghin ha preso atto della situazione: non ha più i voti necessari per completare il mandato e si è dimesso. A Badia Polesine arriverà il commissario prefettizio e traghetterà il Comune alle elezioni di giugno. Un epilogo scontato, viste le gravi difficoltà in cui Meneghin si dibatteva dallo scorso dicembre con l'uscita dalla maggioranza di Usini e Boldrin, ex centristi, Veronese e Fogagnolo,elette con Liberamente a sinistra. Non sarà approvato il bilancio, nè si potrà completare il restauro del teatro Sociale. È la fine, ingloriosa, della giunta dei ribaltoni, delle lotte intestine, dei transfughi da un gruppo all'altro e delle maggioranze che diventano opposizioni e viceversa. Sembra tutto chiaro alle elezioni del 2004. Centrodestra vincente; all'opposizione i centristi di Margherita, Sdi e Liberali, e "Liberamente a sinistra". Qualche mese dopo il balletto alla ricerca dei posti al sole inizia da Guerra e Rossetto in Forza Italia con Marangon. Nel 2005 la guerra per le regionali tra Bendin e Marangon spacca Forza Italia. La giunta scricchiola dopo la risicata vittoria del rodigino. Sulle "poltrone"si scatena il finimondo. La conferma di Fabrizio Rossi alla casa di riposo è il motivo per la rottura nel 2007: Udc e Marangoniani aprono le porte alla crisi. Per restare in sella Meneghin li caccia e strappa all'opposizione Boldrin (ex sindaco con Forza Italia per cinque anni), Usini e le due esponenti di Liberamente a sinistra. Questi resistono fino a dicembre scorso. Il Comune che s'è svenato per la cittadella dello sport e con l'acqua alla gola. Siamoal "si salvi chi può".E non riesce l'ultimo disperato tentativo di recuperare i seguaci di Marangon.Volontà degli elettori calpestata, faide interne a Forza Italia, cambi di casacca in corsa, spasmodica ricerca di poltrone, capovolgimenti di alleanze sullo sfondo di voci insistenti avallate dalla Lega Nord su presunti "comitati d'affari". Sulla tenuta di coalizioni troppo variegate si pongono serie incognite. Ma se la politica è questa, fatta di personalismi, si capisce perchè tanta gente se n'è disamorata.
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